Il big match Milan-Juventus vinto dai bianconeri riporta l’Inter in testa alla classifica


di Matteo Mongiello

ROMA. Il big match Milan-Juventus vinto dai bianconeri riporta l’Inter in testa alla classifica dopo la vittoria esterna a Torino, vittorie confortanti per Lazio,Atalanta e Napoli, in extremis la Roma; nei bassifondi Salernitana e Cagliari si dividono la posta mentre super vittoria nel derby toscano dell’Empoli che esce dalla zona rossa.

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MATTEO POLITA(SÌ). Nel calderone degli azzurri di inizio stagione è finito anche Matteo Politano, molto polemico con il suo allenatore in seguito alla sostituzione con la Fiorentina prima della sosta, che per mettere fine alle due settimane più complicate della carriera proprio di Rudi Garcia, più volte vicino all’addio, non poteva trovare una soluzione migliore della prestazione sublime del Bentegodi; nella vittoria convincente a Verona, dove si è rivisto anche il vero Kvara -autore di una doppietta-, l’esterno ex sassuolo è stato praticamente imprendibile e spina nel fianco della difesa scaligera fino al momento della sua sostituzione, realizzando prima la rete del vantaggio su assist di Raspadori, e poi servendo il georgiano in entrambi i gol, specialmente con una meravigliosa apertura sulla corsa in occasione della seconda realizzazione, che ha permesso al numero 77 di essere a tu per tu con Montipò e di batterlo, riavvicinando il Napoli alle zone nobili e allontanando ,almeno per qualche giorno, le voci sul futuro di Garcia lontano dalla Campania.

IL 22 OTTOBRE NEL DESTINO. Certamente la professione di Manuel Locatelli non è quella di trascinare la sua squadra a suon di gol – a confermarcelo ci sono i numeri, che dicono come la rete decisiva realizzata a San Siro sia solo la dodicesima al nono anno di carriera- ma è innegabile come il destino abbia giocato una parte importante nello spingere quel tiro da fuori area, complice una deviazione determinante di Krunic, nella porta difesa da Mirante; lo stesso destino ha voluto che Milan-Juventus si rigiocasse a distanza di sette anni nuovamente il 22 ottobre e che a deciderla fosse, con lo stesso risultato, proprio Manuel Locatelli, sempre con un tiro dalla distanza e solo due minuti prima della rete realizzata nel 2016/2017, ma con una particolarità che fa tutta la differenza del mondo, perché questa volta ad urlare di gioia sono stati i bianconeri -che hanno creduto nel centrocampista della nazionale facendolo diventare punto fermo del gioco di Allegri- riuscendo a sconfiggere il Milan dopo oltre due anni con un gol voluto fortemente dal fato.

UN DERBY DA FAVOLA. Un inizio di stagione totalmente insufficiente, coadiuvato da una delle migliori partenze nella storia della Fiorentina, ha reso così l’Empoli come vittima sacrificale nel pronostico del derby toscano e solo una squadra di passaggio nella corsa all’Europa dei viola ma, i piani di Andreazzoli, sono stati tutt’altri, con gli empolesi capaci di firmare il primo trionfo dopo nove giornate e di allontanarsi temporaneamente dagli ultimi tre posti; dopo una prima parte di incontro equilibrata ci ha pensato Ciccio Caputo a sbloccare il risultato, realizzando il cinquantesimo gol a Empoli, con la possibilità di firmare una doppietta prima dell’intervallo che solo il VAR nega per tocco di mano ma, i miracoli di Berisha e le troppe occasioni sprecate dalla Fiorentina mantengono una distanza tra le squadre, che diventano definitivamente due quando Gyasi spinge in porta un assist perfetto di Fazzini e chiude il match.

FLOP

IL COLPO DI GRAZIA. In una stagione nella quale sono certamente molti più i bassi che gli alti fino a questo momento, per il Torino di Juric, malamente sconfitto in casa dall’Inter, piove sul bagnato ed è costretto a rinunciare per il resto di questa stagione al miglior difensore in rosa Peer Schuurs, vittima di un gravissimo infortunio al crociato che lo terrà ai box per almeno sei mesi, ridimensionando così le già non troppo rosee ambizioni dei granata, costretti ora a reinventare un reparto difensivo privo anche di Djidji e Buongiorno, con i soli Ricardo Rodriguez e Sazonov e con un Tameze sacrificato come braccetto di destra ma visibilmente in difficoltà in marcatura di esterni rapidi come nel caso di Di Marco nella sfida di sabato all’Olimpico Grande Torino, dove è arrivata la quinta partita consecutiva senza vittoria, che alimenta le voci per un possibile cambio in panchina.

UN ALTRO ERRORE DI MALICK THIAW. A caratterizzare negativamente la stagione di Malick Thiaw sono sicuramente le due prestazioni più importanti fino a questo momento, culminate con le uniche due sconfitte dei rossoneri, ossia il derby, nel quale Marcus Thuram ha fatto ‘il bello e il cattivo tempo’ portando il classe 2001 a concludere la partita con più di un giramento di testa, e lo scontro con la Juventus, dove il tedesco è riuscito a far anche peggio, perdendosi Kean e lasciando i suoi in inferiorità numerica sul finire della prima frazione, spianando praticamente la strada ai bianconeri che hanno potuto gestire e uscire da San Siro a pieno bottino; la lunga carriera di Thiaw lo vedrà affrontare numerosi big match e la speranza di Stefano Pioli e di tutti i tifosi è quella che l’ex Schalke riesca ad approcciare nella stessa maniera delle partite più abbordabili anche le grandi sfide, evitando così di poter essere considerato la principale causa dell’eventuale sconfitta.