Nuovo girone ma stessa musica per Inter e Juventus, che continuano a macinare punti e vittorie mantenendosi a soli due punti di distanza


di Matteo Mongiello

ROMA. Nuovo girone ma stessa musica per Inter e Juventus, che continuano a macinare punti e vittorie mantenendosi a soli due punti di distanza dopo le rispettive vittorie con Monza e Sassuolo, insieme al Milan trionfante a San Siro nel big match alla Roma; serrata anche la corsa al quarto posto, che vede cinque squadre racchiuse in soli tre punti dopo il mezzo passo falso della Fiorentina al Franchi con l’Udinese.

RULLI COMPRESSORI NEROAZZURRI. La ventesima giornata si dipinge prettamente di tinte neroazzurre, i colori di Inter e Atalanta, nettamente le due squadre più dominanti della giornata, grazie alle cinque reti realizzate per parte contro le malcapitate Monza e Frosinone, impotenti contro lo strapotere offensivo delle due squadre lombarde.

La sfida dell’U-Power Stadium di Monza vede la squadra di Inzaghi scacciare tutte le voci su un rendimento sotto porta in calo dopo le ultime sfide, portando in rete oltre ai soliti noti Lautaro e Thuram anche Calhanoglu, protagonista di una doppietta che lo porta a nove reti in campionato, nessun centrocampista come lui in questa stagione.

Anche al Gewiss Stadium la pratica viene chiusa nel primo quarto d’ora, con una partenza straripante della dea che con Koopmeiners, Ederson e De Keteleare – totalmente trasformato dalla cura Gasperini- si disfano dei ciociari, arrotondando il punteggio nel finale con i due esterni Zappacosta e Holm, rispolverando così vecchi tempi dove i quinti di centrocampo apparivano più e più volte sul tabellino dei marcatori.

PER CONTINUARE A SOGNARE. Ad approfittare dell’ennesima occasione persa dalla Salernitana – ribaltata dal Napoli all’ultimo secondo disponibile- ci pensano Cagliari e Verona, capaci di conquistare tre punti di enorme importanza rispettivamente su un Bologna in fase calante e sull’Empoli, costretto a cambiare guida tecnica dopo la sconfitta del Bentegodi, creandosi così un distacco superiore a una partita dagli ultimi due posti.

La prima rete in campionato di Andrea Petagna e l’autorete di Calafiori – arrivato dopo uno stop sublime di Wieteska, professione difensore- permettono ai sardi di ribaltare il vantaggio iniziale di Orsolini, raggiungendo così diciotto punti e mantenendosi fuori dalla zona retrocessione.

A tallonare il Cagliari a diciassette punti c’è il Verona -che lascia fuori dallo spogliatoio le questioni extracampo legate ai problemi societari- guidata dai suoi uomini migliori Djuric e Ngonge, ormai promesso sposo al Napoli, protagonisti con le loro reti del 2-1 sull’Empoli, di vitale importanza per non distanziarsi dalla salvezza e per creare distanza proprio con i toscani.

UN MILAN ALLA FRANCESE. Nonostante le parole nel post partita di Stefano Pioli -che chiudono qualsiasi possibilità di agguantare lo scudetto- i rossoneri vincono la quarta partita nelle ultime cinque, con quest’ultima -lo scontro diretto alla Roma- che vede la Francia totalmente protagonista.

Dopo una stagione da comparsa sulla panchina del diavolo, Yacine Adli ha conquistato con il duro lavoro la fiducia di Pioli ed è riuscito a firmare la sua prima rete con il Milan alla decima presenza stagionale, seguito a ruota da Olivier Giroud- per lui doppia cifra raggiunta e sempre più uomo immagine-, bravissimo a confezionare con un tacco l’assist, il sesto stagionale, per Theo Hernandez che rimette due gol di vantaggio e fissa, con una grande ‘botta’ imparabile per Svilar, il risultato sul 3-1.

BLACK OUT TOTALE. Da protagonisti di un super inizio di stagione e principale sorpresa della Serie A ad squadra più battuta in trasferta il passo è breve per il Frosinone di Eusebio Di Francesco, alla quinta sconfitta di fila in campionato.

A preoccupare maggiormente l’ex tecnico della Roma, insieme al rendimento, è l’incapacità di evitare ‘umiliazioni’ come quella con l’Atalanta, che segue la precedente eliminazione dalla Coppa Italia per mano della Juventus, di certo non famosa per le grandi goleade ma capace di infliggere un sonoro 4-0 ai ciocari, in questo momento la squadra meno in forma del campionato e risucchiato nella corsa per non retrocedere, con alle porte lo scontro diretto di domenica prossima con un Cagliari galvanizzato.

TERREMOTO GIALLOROSSO. Come un fulmine a ciel tutt’altro che sereno è arrivata la notizia della separazione tra la Roma e Mourinho, dopo un matrimonio durato tre anni -caratterizzato principalmente dal trionfo della Conference League- e che giunto al termine dopo l’ennesima prova deludente in un big match come quello con il Milan.

A preoccupare maggiormente l’ambiente è sicuramente l’assenza di personalità e carattere all’interno dello spogliatoio – proprio per questo a Trigoria è approdato nuovamente una bandiera con carisma da vendere come Daniele De Rossi-, visibile soprattutto in occasione del rigore del 2-1 di Paredes, quando finisce a calciare proprio l’argentino piuttosto che il capocannoniere Lukaku o il capitano Pellegrini, dimostrazione di assenza di coraggio e di incapacità di potersi portare sulle proprie spalle la squadra in un momento di estrema difficoltà come quello che stanno passando i giallorossi, sempre più lontani da un posto per l’Europa che conta.