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Resteranno in presidio per tre giorni. Le richieste al Governo e alla Giunta regionale


TERMOLI. È esplosa anche in Molise la protesta degli agricoltori che, come nel resto d’Italia, contestano alcune delle scelte adottate dall’Unione Europea.

Gli operatori del settore sono alle prese con una crisi profonda, con la difficoltà di continuare a produrre grano e dalla volontà di tutelare i terreni fertili contro l’avanzata di impianti di energia rinnovabile.

Come riferisce l’Ansa, oltre un centinaio di trattori questa mattina hanno affollato piazza del Papa a Termoli dopo aver attraversato la Ss 16 bloccando la circolazione e creando disagi.

I coltivatori del Basso Molise, arrivati da Mafalda, Guglionesi, Larino, San Martino in Pensilis, Campomarino, in provincia di Campobasso, resteranno in presidio giorno e notte fino a sabato. Tre giorni di manifestazione per chiedere ‘sostegno’ al Governo regionale, nazionale ed europeo.

“No alla moda di utilizzare i terreni fertilissimi del Basso Molise per l’installazione di pali eolici o fotovoltaici – ha detto all’Ansa Marco Travaglini – L’importante è che non vengano più coltivati. Siamo arrivati persino ad avere contributi per lasciare i terreni incolti. Così ci tolgono la dignità”.

I problemi non finiscono qui. “Stiamo avendo tantissimi problemi con i cinghiali – aggiunge Travaglini – con la raccolta in generale. Non abbiamo più nessun sussidio a fronte dei costi del gasolio alle stelle. È inconcepibile togliere a un agricoltore la possibilità di coltivare un grano. È qualcosa di inaccettabile. Non possiamo più competere con lobby”. A

lla Giunta del Molise, si chiedono “contributi a fondo perduto per recuperare i danni della peronospora del 2023”.