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Coronavirus, medici e pediatri di famiglia senza indennizzi: “Noi, ignorati. Alcuni eroi, altri vittime senza diritti”

Anche dal Molise nuova denuncia e nuovo appello al premier Conte da parte del sindacato Fismu per il riconoscimento del Covid come infortunio. Diversamente – l’avvertimento – si apre “la stagione dei ricorsi”


CAMPOBASSO. parte anche dal Molise il grido d’allarme di medici e pediatri di famiglia che chiedono al Governo il riconoscimento dell’infortunio di lavoro per il Coronavirus.
In campo la Federazione italiana sindacale medici uniti-Fismu che già il 15 aprile scorso aveva fatto appello al premier Giuseppe Conte e al ministro Roberto Speranza, nonché alle istituzioni ordinistiche e previdenziali dei medici.
Appello oggi rinnovato alla luce dei mancati interventi. “Una denuncia – sottolinea Francesco Esposito, segretario generale Fismu – caduta nel dimenticatoio. Avevamo spiegato, a seguito di una chiara circolare dell’Inail (del 3 aprile), e forti di un parere legale dell’avvocato Antonio Puliatti, che in assenza di un intervento legislativo saremmo andati incontro a questa drammatica e grave situazione. Le assicurazioni non pagano, l’Inail non può. Medici di serie A e medici di Serie B. Eroi con tutele per infortunio e altri vittime senza diritti e indennizzi”.

“Ancora una volta – conclude Esposito – chiediamo all’Enpam di intervenire con decisione, qualche giorno fa abbiamo posto la questione al presidente Alberto Oliveti. Ma anche auspichiamo che la Fnomceo sia stavolta in prima linea con il Parlamento. Quindi ci rivolgiamo al premier Conte affinché sia una priorità del Governo sanare questa grottesca vicenda”.

A fare da eco ad Esposito, il segretario regionale Fismu, il quale ‘minaccia’ ricorsi in tribunale a fronte di nuove richieste cadute nel vuoto. “Non si è fatto nulla – dichiara Ernesto La Vecchia – e ora si andrà a una lunga stagione di ricorsi ai tribunali, affinché sia fatta giustizia. Noi tuteleremo in sede giudiziaria i medici. Altrimenti i nostri colleghi – conclude – saranno due volte vittime: prima sul lavoro per colpa del Covid19, poi per il menefreghismo della politica”.

 

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