HomeNotizieCULTURA & SPETTACOLIIsernia, donne e infortuni: l’analisi dell’Anmil

Isernia, donne e infortuni: l’analisi dell’Anmil

In occasione dell’8 marzo l’associazione ha stilato un bilancio per richiamare l’attenzione sul lavoro al femminile


ISERNIA. Richiamare l’attenzione sul mondo del lavoro al femminile e sulla tutela prevista per le donne che si infortunano a causa dell’attività lavorativa o rimangono permanentemente invalide per aver contratto una malattia professionale. Con questo obiettivo l’Anmil in occasione dell’8 marzo presenta aggiornamenti statistici sul fenomeno degli infortuni.

In una società complessa ed eterogenea, come quella attuale, il ruolo della donna e la conciliazione tra esigenze lavorative e familiari diventano sempre più difficili e proprio alla luce delle condizioni di lavoro e dell’importanza delle donne nell’economia, l’Anmil ha voluto focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica, delle istituzioni e i media sulla tematica, in un’ottica di miglioramento del contesto sociale, di vita e lavorativo soprattutto delle lavoratrici rimaste vittime di infortuni.

I DATI IN ITALIA E MOLISE. In Italia, nel 2017, si sono registrati 228.744 infortuni, di cui 179.074 in occasione di lavoro e 49.670 in itinere, e, nel periodo 2017-2013, si è avuta una variazione sul totale di -6,7%. Per quanto riguarda invece gli infortuni mortali, il 2017 ha visto 102 casi, di cui 48 in occasione di lavoro e 54 in itinere. Per quanto riguarda il Molise, nel 2017 si sono registrati 789 infortuni, di cui 666 in occasione di lavoro e 123 in itinere, e, nel periodo 2017-2013, si è avuta una variazione sul totale del -28,8%. Per quanto concerne invece gli infortuni mortali, nel 2017 non ne è stato registrato nessuno.

L’ANALISI. “Oltre a quanto mostrano le statistiche sul fenomeno degli infortuni al femminile – afferma il presidente territoriale Anmil Giuseppe Gnarra – c’è di più. Infatti, non si può non citare l’aumento dell’occupazione femminile e l’ingresso delle donne in settori lavorativi ad alto rischio di infortuni che, fino a ieri, prevedevano esclusivamente l’impegno di uomini. A tutto ciò si aggiungono i problemi legati alle gravi conseguenze socio psicologiche derivanti da un infortunio, mentre il difficile recupero della autostima condiziona l’incapacità di ricostruire una serena vita affettiva familiare, sociale e lavorativa. Pertanto – conclude – riteniamo che sia un dovere di tutti cercare di passare, in tempi brevi, dalle parole ai fatti, nel tentativo di migliorare concretamente la situazione”.

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