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Vaccino anti-Covid, ecco il piano di distribuzione della Germania. E l’Italia resta a guardare

I Länder si organizzano per poter vaccinare il maggior numero di persone nel più breve tempo possibile. Al vaglio un progetto di vaste proporzioni per essere pronti già a gennaio, mentre nel Belpaese la situazione è ferma al palo


Al netto delle polemiche sul “vaccino sì, vaccino no”, mentre ci sono almeno 11 candidati arrivati all’ultima fase di sperimentazione, si accendono i riflettori sul grande tema he riguarda la logistica. Nel senso che – spiega Elena Tebano dalle pagine del Corriere della Sera – i vaccini segneranno l’inizio della fine dell’epidemia se e solo se verranno somministrati in tempi brevi a un numero enorme di persone.
Ed è qui che la sfida si fa dura, specie per l’Italia che sembra ancora impreparata all’eventualità.

Il settimanale tedesco Spiegel, – cita la Tebano – parla della vaccinazione come di “un progetto di una dimensione che l’umanità non ha mai dovuto affrontare prima”, evidenziando che “chi riuscirà per primo a distribuire un vaccino sarà il primo a porre fine alle serrate, ad aprire scuole e ristoranti e a dare impulso all’economia”, e soprattutto “acquisirà potere” sul palcoscenico mondiale.

Un’occasione che la Germania pare non voler perdere. Pertanto, è già al lavoro nella predisposizione di un piano di distribuzione, tale da superare tutti i problemi inerenti alle temperature, al trasporto delle fiale, al rischio di furto di materiali e quant’altro. Ed ecco che spuntano i cosiddetti centri di distribuzione di massa.

“Il governo federale – riferisce ancora il CorSera – acquista il vaccino e ne organizza la consegna. I Länder federali si procurano cerotti, siringhe, cannule e disinfettanti e, insieme alle autorità locali, devono trovare rapidamente gli immobili adatti. Nelle prossime settimane saranno istituiti centinaia di centri in tutta la Germania. La Baviera vuole creare almeno un centro in ciascuno dei 71 distretti e delle 25 città indipendenti. In Renania-Palatinato ce ne saranno 36, nel Meclemburgo-Pomerania occidentale 12, in Turingia 30, in Bassa Sassonia circa 60”.

E ancora: “Il Ministero Federale della Salute ha delineato come la vaccinazione deve essere somministrata in una raccomandazione di 24 pagine per i Länder e i comuni. Le persone devono essere convogliate attraverso un sistema ‘a senso unico’: Check-in, briefing, vaccinazione, osservazione, check-out. Nel mezzo, c’è sempre un’attesa’. Il processo di vaccinazione dovrebbe durare circa 15 minuti”.

Per mettere in atto tali linee guida servono, pertanto, sale d’attesa tali da ospitare contemporaneamente almeno 50 persone sedute, a distanza di sicurezza, e un’altra sala di osservazione dove le persone rimangano in osservazione per un breve lasso di tempo dopo la vaccinazione. Si pensa così di usare centri commerciali e palazzetti sportivi vuoti, a Berlino persino i terminal in disuso degli aeroporti.

Nella Capitale, in particolare, – si legge – verranno costruiti sei centri modulari per le vaccinazioni che potranno effettuare 20 mila iniezioni al giorno. Se questa fosse la capacità effettiva giornaliera della città significa che per vaccinare tutti i 3.669.098 abitanti di Berlino con una singola dose ci vorrebbero 183 giorni di lavoro a piena capacità.

Restano, tuttavia, aperte questioni come la conservazione e la consegna, “soprattutto se deve essere raffreddato a meno 70 gradi centigradi”. Ma le autorità sono al lavoro per trovare una risposta. Mentre l’Italia? Sta tentando di salvare il cenone di Natale. Che seppur trattasi di un nobile tema, è solo uno dei tanti e forse non il più importante da affrontare.

 

 

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