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Il Papa dona 10mila euro ai lavoratori Gam. Gli operai: i nostri striscioni a piazza San Pietro

Il ringraziamento al Pontefice degli ex dipendenti dell’azienda avicola di Bojano. Intanto i sindacati si appellano alla Giunta regionale, per chiedere l’impegno al Mise di trovare risorse per continuare a garantire la cassa integrazione


CAMPOBASSO. Il Papa dona 10mila euro agli ex lavoratori della Gam che rischiano di perdere la cassa integrazione, arriva il grazie commosso degli operai, insieme alla richiesta di poter partecipare, con gli striscioni, a una delle prossime udienze generali in piazza San Pietro, “per tornare a convincerci che non siamo numeri, ma persone”.

Un ringraziamento e un appello lanciato in una lettera aperta destinata al Pontefice, protagonista di un gesto di grande generosità e di affetto nei confronti del Molise, scritta dagli ex lavoratori dello stabilimento avicolo di Bojano. A loro, per tramite del direttore della Caritas di Trivento, Don Alberto Conti, ricevuto in udienza, il Papa ha fatto pervenire il dono di 10mila euro, che sarà utilizzato per acquistare materiale didattico per i bambini degli operai. In tutto 273 famiglie interessate.

Grazie Papa Francesco per aver illuminato i nostri passi, ponendo lo sguardo sulle sofferenze del Molise – hanno scritto i lavoratori – la regione che non esiste, dove la sanità è in ginocchio e il lavoro è scomparso. Vogliamo convincerci che i nomi sconosciuti dei nostri paesi possono mostrarsi al mondo, perché hanno la stessa dignità e i medesimi diritti delle grandi metropoli”.

Nel frattempo i sindacati Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, unitamente ai rappresentanti delle Rsu e del sindacato hanno lanciato un appello alla politica e alle istituzioni, “affinché si impegnino ognuna per le proprie competenze a salvare la Gam”.

Il 30 settembre 2019, al tavolo del Mise, vi era stato un impegno da parte di Agricola Vicentina di sviluppare la filiera bassa avicola e le attività dell’incubatorio. Impegno era stato espresso anche dal governatore Donato Toma, per approntare misure di accompagnamento alla pensione, di politiche attive e di autoimpiego. Percorso inattuato anche a causa dell’emergenza Covid, tanto da richiedere di attualizzare il percorso indicato. La paura, in caso contrario, è il licenziamento senza ammortizzatori sociali.

Da qui l’invito rivolto alla Giunta regionale, la convocazione del tavolo ministeriale, per reperire risorse necessarie a valere sull’Area di crisi complessa.

“Nel 2017, all’epoca degli accordi sottoscritti presso il Mise – chiariscono i sindacati – i lavoratori con lacrime e sangue, rinunciando a condizioni di lavoro più stabili, hanno scommesso su uno sviluppo della filiera avicola che prevedeva la creazione di un macello, in un’area individuata di indubbio interesse per la strutturazione del settore agro–alimentare. Con generosità e lungimiranza collettiva, che andava oltre le singole individualità e interessi, abbiamo scommesso collettivamente su un progetto di ripartenza, che desse speranza alle future generazioni perché vi fosse una possibilità di risalire la china e perché finalmente si ricominciasse a parlare di lavoro e sviluppo in questa terra molisana”.

C.S.

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