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Il basso Molise ostaggio del Covid e a corto di assistenza sanitaria: cittadini lasciati soli

36 persone positive al Covid a Campomarino. Lo ha annunciato il sindaco Pier Donato Silvestri che ha emanato una ordinanza di chiusura delle scuole fino al 21 novembre. Contagi in aumento progressivo anche a Termoli e Larino. Il basso Molise in piena emergenza pandemica e con strutture sanitarie carenti, rischia di pagare il prezzo più alto


TERMOLI. Il numero di contagi che con il trascorrere dei giorni sta aumentando in maniera vertiginosa e un solo presidio ospedaliero operativo ma che di fatto è già al collasso. Il basso Molise sta vivendo il momento più critico dall’inizio della pandemia. Nel frattempo si susseguono le ordinanze di chiusura delle scuole, pressochè unica soluzione rimasta ai sindaci, che non sono nelle condizioni di gestire l’emergenza sul territorio. L’ultimo caso in ordine di tempo a Campomarino, dove a fronte dell’ufficializzazione di 36 contagi in atto, il Primo cittadino Pier Donato Silvestri ha formato l’ordinanza di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado fino al 21 novembre. 

Situazione ancor più difficile a Larino, dove oggi si è verificato il primo decesso per Covid e riguarda un medico 68enne che da diversi giorni era ricoverato in terapia intensiva al Cardarelli di Campobasso. Il centro frentano conta oltre 70 contagi, compreso il focolaio che si è scatenato all’interno della casa circondariale e che fortunatamente negli ultimi giorni sembra essersi stabilizzato.

Di fronte alle drammatiche notizie che arrivano quotidianamente dai bollettini diramati dall’Asrem, tra i cittadini monta sempre di più preoccupazione e rabbia per il modo in cui la Regione sta gestendo l’emergenza. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’annuncio della richiesta avanzata al Dipartimento nazionale di Protezione Civile di attivare due ospedali da campo mentre il Vietri di Larino, struttura ospedaliera che da sola potrebbe contribuire ad alleggerire il peso dell’emergenza che sta ricadendo sui tre nosocomi attivi rispettivamente a Campobasso, Termoli e Isernia, continua ad essere inutilizzato. Un fatto  che da sette mesi appare del tutto incomprensibile mentre il tempo scorre inesorabile e il Molise continua la drammatica conta delle vittime.

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