HomeSenza categoriaPartito il totogiunta, primi grattacapi per Brasiello

Partito il totogiunta, primi grattacapi per Brasiello

Luigi Brasiello con la fascia tricolore
Luigi Brasiello con la fascia tricolore

ISERNIA. Accontentare tutti non sarà facile. Ma il neosindaco Luigi Brasiello, pare, voglia risolvere il problema già in settimana. Sei i posti da assegnare, di cui due dovrebbero essere di sesso femminile. La logica vorrebbe si seguisse il criterio dei primi eletti. Ma non è così semplice: perché le liste che hanno eletto consiglieri in assise sono appunto sei su sette, mentre la sola Iniziativa Democratica, con il suo capolista Alfredo D’Ambrosio, è rimasta a bocca asciutta. Dunque, Isernia di tutti, Pd, Udeur, Polo di Centro, Uniti per Isernia e Sel hanno giustamente delle aspettative. Ma assegnare un assessorato a testa, per poi garantire l’importante poltrona di presidente del Consiglio a un esponente della lista civica del sindaco (7 consiglieri) o dei Democratici (6 eletti), non pare cosa fattibile. Roberto Di Baggio, primo eletto a Isernia con il mostruoso risultato di 529 preferenze, ha praticamente messo in cassaforte il posto in Giunta. Ma la ‘pasionaria’ del centrosinistra, Maria Teresa d’Achille, con 391 suffragi, non potrà stare a guardare anche stavolta, dopo l’esperienza della Giunta tecnica di De Vivo, l’anno scorso, che l’ha vista esclusa insieme agli altri primi eletti. In teoria, dunque, la lista civica di Brasiello, vero valore aggiunto della coalizione con i suoi 2.258 voti, dovrebbe avere un doppio riconoscimento. In tal caso, con le surroghe entrerebbero in Consiglio la prima dei non eletti Antonia Patriarca (145) e la seconda, Fabia Onorato (con 139 consensi).  Stessa cosa per il Pd, che ha organizzato le Primarie, ha sostenuto fortemente il candidato sindaco Brasiello permettendogli di vincerle e lo ha anche ‘garantito’ e difeso a spada tratta, in campagna elettorale,  sulla vicenda del programma copiato a Camaiore: due assessorati sarebbero una tappa praticamente obbligata. Con Luciano Sposato (301 consensi) e Marco Amendola (283) che scalpitano per un posto al sole e i primi due non eletti Benedetta Monaco (173) e Michele Antenucci (159, a pari merito con Sergio Sardelli ma ‘premiato’ in virtù dell’ordine alfabetico) che stanno alla finestra. Da qui cominciano i problemi. Perché ci sono ancora due poltrone da assegnare e tre liste che hanno eletto, tutte, due consiglieri: in ordine di preferenze complessive prima l’Udeur, con Cosmo Galasso (201 preferenze) che legittimamente ambisce a una poltrona di peso. In caso di nomina in Giunta, in Consiglio gli subentrerebbe Remo Castiello (con 128 preferenze). Poi il Polo di Centro, con Domenico Di Baggio (272), che lascerebbe spazio a Ciro Cardinale (120); infine Uniti per Isernia con Franco Capone (201) che permetterebbe l’accesso a Palazzo San Francesco a Giuseppe Laurelli (95). Da ultimo Sel, con l’unica eletta Bice Antonelli (155), che potrebbe essere ‘privilegiata’ per il discorso della seconda quota rosa e far entrare in assise Giuseppe Iglieri (102 voti). Ricapitolando, la Giunta potrebbe essere così composta: due posti per Isernia di Tutti, due per il Pd, uno per l’Udeur e uno da assegnare tra Polo di Centro, Uniti per Isernia e Sel. Ammesso che si scelga secondo il criterio del numero di voti ottenuti, il sesto posto spetterebbe a Domenico Di Baggio di Polo di Centro. Mentre la presidenza del Consiglio se la giocherebbero Uniti per Isernia e Sel. Ma è pur vero che, in tal caso, mancherebbe la seconda donna in Giunta: dunque, pescando tra i partiti rimasti fuori, al posto del primo eletto di Uniti per Isernia, Capone, potrebbe trovare spazio la seconda, Mariella Di Sanza. Ma come giustificare poi che una lista che vale il 4.39 per cento ottiene un assessorato a discapito di chi, come Polo di centro, ha preso il 6.04? Ognuno avrà da fare le sue rivendicazioni, visto che tutti, anche Iniziativa Democratica con i suoi 241 voti complessivi, sono stati determinanti per evitare la trappola del ballottaggio. Molto più facile, per Brasiello, sarebbe se potesse assegnare un maggior numero di assessorati: otto, magari. E chissà che non si trovi l’escamotage, alla Frattura, per dare visibilità a tutti imponendo la riduzione dei compensi ai membri dell’esecutivo. Otto al prezzo di sei, insomma, e tutti contenti. Pura fantapolitica, questa. Per il momento.

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