HomeCampobassoAmore gay a Campobasso. La storia di Marco e Andrea

Amore gay a Campobasso. La storia di Marco e Andrea

Sanremo 2013, amore gay sul palco
Sanremo 2013, amore gay sul palco

CAMPOBASSO. “Felicemente fidanzati da 11 anni”, Marco e Andrea condividono una bellissima storia d’amore “sin dai tempi delle scuole superiori”. Entrambi molisani, vivono a Campobasso, poco più che trentenni,  laureato uno e diplomato l’altro, già nel mondo del lavoro, si lasciano intervistare anche se “il timore di essere riconosciuti da qualcuno è troppo grande”. Già, il timore. Perché se due uomini dello stesso sesso vogliono amarsi, liberamente, devono temere “il giudizio di una Campobasso che finge di essere moderna, ma è ancora tanto e tristemente provinciale, chiusa e timida”. E’ la considerazione schietta di Marco che aggiunge : “Anche in Italia è cosi, figuriamoci a Campobasso dove le persone si ritrovano nei bar per raccontarsi i pettegolezzi della giornata”. Andrea la pensa ugualmente, “c’è sicuramente un degrado culturale dilagante in questa città, si vive male, si vive per apparenza, si vive per come si vorrebbe essere e non per come si è, poi casomai segretamente si fa uso di droga, si va a rubare o si dà sfogo ad altre passioni”. Generalizza e provoca, consapevolmente, “ma per buona parte delle persone è così”. La loro storia d’amore comincia nel 2002, quando Marco e Andrea si conoscono durante un torneo calcistico di fine anno scolastico. Licei diversi, stesso girone nella competizione sportiva. Fu colpo di fulmine, tra un calcio d’angolo e un fuori gioco. “Anche i gay giocano a pallone, non solo con le bambole” scherza divertito Marco. Il primo bacio? Fine maggio 2002, nel centro storico di Campobasso. Nessun sospetto tra i compagni di banco, solo Andrea racconta di essersi confidato con il cugino e il migliore amico. Mai una parola con i propri genitori seppur entrambi convinti che “una madre e un padre se ne accorgono, non ti dicono nulla, ma inconsciamente sanno tutto”. Marco ha sempre sospettato che qualcuno possa aver riferito al padre, “che è sempre tra la gente per il lavoro che fa”, della sua omosessualità. Una vita da convivere con ansia e timore, insomma. Sono proprio i due giovani ad ammetterlo. La rabbia la si percepisce tutta. Ma il coraggio di poter gridare al mondo intero il proprio amore è difficile trovarlo, “quando temi la discriminazione, non tanto il giudizio o la battutina”. E la questione non è di natura politica, sebbene “a sinistra sono più omofobi di quelli di destra, solo che utilizzano il tema dell’omosessualità per mostrarsi più moderni”, ma di “natura culturale e strutturale. La Chiesa non aiuta, anzi aumenta le tensioni attorno a noi” afferma Andrea. E sui matrimoni gay? “Non è un matrimonio a sancire l’amore tra due persone. Ci si ama a prescindere, il discorso è di natura legale e riguarda i diritti delle persone omosessuali. Ma anche su questo tema c’è tanta confusione e il rischio è quello di creare ulteriori discriminazioni. Qualcosa, comunque, sta cambiando” sono convinti i due giovani. E mentre la società cambia, Marco e Andrea continuano ad amarsi, liberamente, da undici anni. E come loro tante altre coppie omosessuali a dimostrazione che gli ostacoli sociali e culturali non possono fermare il cuore. Di nessuno.

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