HomeSenza categoriaIsernia, salta il Consiglio e la minoranza chiede la testa di Brasiello

Isernia, salta il Consiglio e la minoranza chiede la testa di Brasiello

ISERNIA. Tra i punti all’ordine del giorno del Consiglio comunale straordinario di Palazzo San Francesco a Isernia c’erano la discussione sui debiti fuori bilancio, ma anche il tema degli organi direttivi del Museo civico. Tuttavia, non è stato raggiunto il numero legale: in aula c’erano solo tredici esponenti della maggioranza, con l’opposizione che ha prontamente disertato i lavori per fare emergere le tante contraddizioni di un centrosinistra tutt’altro che granitico. Sarà stata, forse, l’annosa questione dell’allargamento di Giunta, mai portata a compimento; saranno state magari le deleghe ai consiglieri che non sono ancora state attribuite – per ora l’unico beneficiario è Andrea Galasso, della lista ‘Isernia di tutti’- anche perché ritenute un inutile contentino da alcuni esponenti di maggioranza; sarà stata l’ora mattutina che coincideva con impegni pregressi che nulla avrebbero avuto di politico; ma fatto è che l’assise, i cui punti all’ordine del giorno erano stati tutti voluti dal centrosinistra, è saltata. Con l’opposizione di centrodestra che ha colto la palla al balzo per sferrare un duro attacco nei confronti della maggioranza di centrosinistra. Un provocatorio consigliere Gianni Fantozzi ha tacciato di immobilismo l’amministrazione pentra, lamentando la presunta assenza di idee e progetti da parte di consiglieri e Giunta municipale, a suo avviso “interessati ad apparire piuttosto che ad agire per il bene della collettività”. L’esponente eletto tra le fila di Grande Sud, tra i veterani del palazzo di città, ha poi sostenuto come la “squadra di governo, in un anno di mandato, sia riuscita esclusivamente a portare avanti attività già messe in cantiere dalla vecchia amministrazione”, pertanto ha esortato il sindaco Brasiello a “cambiare maggioranza” se non addirittura a “rassegnare le dimissioni”. Affondo al quale ha replicato, a distanza, il consigliere piddino Sergio Sardelli, che ha negato l’esistenza di un problema politico all’interno del gruppo di governo ed ha ricondotto l’assenza di alcuni esponenti della propria coalizione “a sopraggiunti impegni personali ed imprevisti. A breve verrà convocato un nuovo consiglio – ha detto ancora Sardelli – e affronteremo tutte le questioni di interesse”. Ma non è tutto. Sardelli ha inteso esprimersi anche in merito alle accuse di presunto immobilismo e di scarda progettualità, annunciando che alcuni progetti sarebbero stati, invece, già portati a termine dall’amministrazione e non ancora resi noti pubblicamente, soprattutto imputando gli eventuali ritardi alla passata gestione amministrativa. “Siamo alle prese con regolamenti e questioni tecnico-amministrative frutto degli errori gestionali dei nostri predecessori. Le accuse mosse dalla minoranza – ha chiosato il consigliere Dem – sono solo strumentali”. Anche Edmondo Angelaccio, Pd, critica aspramente il comportamento del gruppo di opposizione, innanzitutto per le dichiarazioni rilasciate ai media: “Sentir dire che la maggioranza è incapace o improduttiva è quantomeno offensivo per chi lavora a mille problematiche di ogni genere, ereditate da passati recenti e da gente che ha amministrato tra risate, noncuranza e negligenza, ma è oltremodo fuorviante per tutte le persone che leggono o ascoltano”. Poi commenta la decisione dello stesso gruppo di abbandonare l’aula: “Andarsene è sintomo di poca serietà e mancanza di rispetto nei confronti di tutta la città”. Angelaccio torna poi a parlare della scorsa seduta del Consiglio comunale, quando sono state presentate “ben oltre 15 interrogazioni di scarso valore, se non nullo, provocando lo sfilacciamento dei numeri per il protrarsi dello stesso Consiglio per ben 4 ore e mezzo di interrogazioni. Giusto modo di sperperare il denaro pubblico da parte di chi poi predica bene”.
Il consigliere, ribadendo di “non condividere nulla con la minoranza”, attribuisce ironicamente tre caratteristiche al gruppo di opposizione, cioè “interrogazioni, abbandono, dimissioni” e conclude provocatoriamente invitando i colleghi a fare propria la “terza opzione in modo da rispettare per primi il volere di chi li ha mandati lì per produrre e proporre qualcosa di sensato. Se la minoranza avrà la baldanza e anche la capacità di rimanere in Consiglio – chiosa Angelaccio – la prossima volta avremo modo di affrontare le questioni una ad una, comprese quelle per cui ci siamo trovati ad affrontare emergenze provocate dalla stessa parte politica che oggi ci attacca”.

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