Venafro, chiude il Centro di distribuzione postale

VENAFRO. Il Molise sembra avanzare sempre di più verso quella lenta agonia che è l’anticamera della scomparsa, della fine della regione come ente costituzionalmente riconosciuto. Tra gli innumerevoli tagli subiti, ora arriva anche la chiusura del Centro secondario di distribuzione (Csd) di Venafro. Ormai da diverso tempo è iniziato lo smantellamento dell’amministrazione periferica dello Stato; ma adesso le sforbiciate si estendono anche a Poste Italiane. Da buon privato, “bisogna razionalizzare per diminuire le perdite”: questa frase l’abbiamo sentita numerose volte, ma ai cittadini-utenti chi ci pensa? Non solo per Venafro, ma anche per tutta l’area limitrofa sarà l’ulteriore colpo ad un sistema occupazionale ed economico ormai al collasso.
A lanciare l’allarme sono le segreterie regionali della Slc-Cgil e della Uil-Poste. I rappresentanti sindacali lo definiscono un “disastro che sta per abbattersi, in tema di recapito della corrispondenza, su Venafro e l’hinterland”. A quanto risulta alle due sigle sindacali, dall’undici di novembre “l’Alt-Centro di Roma e la Ram 3 di Pescara hanno unilateralmente deciso, peraltro senza alcuna consultazione preventiva, di chiudere il Csd di Venafro e trasferirne tutte le lavorazioni ad Isernia”.
I sindacati sono preoccupati per il nuovo modello organizzativo basato sulla consegna della corrispondenza effettuata dai postini, che quotidianamente partiranno da Isernia per servire l’area di Venafro e dei paesi limitrofi. Secondo la nota diramata, i tempi di percorrenza del tragitto (Isernia- Venafro) “andranno inevitabilmente a ripercuotersi sulla consegna, visto che al lavoro reale verrà sottratta almeno un’ora. La già carente situazione del recapito postale nel Venafrano andrà scadendo dunque sempre più, dopo l’11 novembre”. In buona sostanza, sottolineano Cgil e Uil, “la decisione di chiudere il Csd di Venafro non trova alcun riscontro positivo né in termini di logistica, né in termini di ottimizzazione del lavoro, né in termini di riduzione dei costi visto che le auto che servono per il recapito ora dovranno partire da Isernia con un aggravio di almeno cinquanta chilometri al giorno. Evidentemente il disegno è quello di tagliare definitivamente tutte le lavorazioni postali nella nostra regione. Il Molise vale meno di un quartiere di Roma. Questa è la triste realtà”. Le rappresentanze lanciano l’appello anche al sindaco di Venafro, Antonio Sorbo, che immediatamente ha manifestato l’intenzione di convocare gli altri sindaci della zona per valutare una linea comune e chiedere a Poste Italiane di non procedere alla chiusura. Preannunciando anche che metteranno in atto tutte le iniziative per contrastare l’ennesimo schiaffo dato al Molise. Intanto, domani alle 10.30, presso la prefettura di Isernia, il dottor Filippo Piritore ha convocato la Conferenza Permanente per discutere anche dei tagli al Csd: invitati a partecipare i rappresentanti delle istituzioni nazionali, il presidente della Provincia, i sindaci e i rappresentanti delle forze dell’ordine, nonché quelli delle categorie economico-sociali e professionali e degli enti erogatori di
servizi pubblici interessati.

Francesco Clemente