HomeNotizieCRONACAAereo caduto a Pizzone, prosciolto il pilota

Aereo caduto a Pizzone, prosciolto il pilota

ISERNIA. Sentenza di non luogo a procedere per il pilota dell’aereo turistico precipitato a Pizzone, nella zona di Valle Fiorita, il 28 agosto 2011. Nell’incidente perse la vita il 42enne Marco Casale, di Casalnuovo di Napoli. Stamani la decisione del giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Isernia, Antonio Ruscito, che ha stabilito il proscioglimento dell’unico accusato, un 29enne del Napoletano – cui era stato ascritto un complesso e articolato capo d’imputazione – perché il fatto non sussiste e perché il fatto non costituisce reato.

Soddisfazione dell’avvocato difensore dell’imputato, Maria Roberta Boccia del Foro di Isernia, la cui linea difensiva puntava a dimostrare che la morte del 42enne non fosse dovuta all’impatto dell’aereo, ma avvenuta successivamente.

Il giorno dell’incidente un Cessna 152 biposto, partito da Pontecagnano per un giro turistico, terminò il proprio volo tra alcuni alberi del bosco di Valle Fiorita, nel territorio di Pizzone. Il pilota dell’ultraleggero, secondo le accuse, avrebbe sbagliato la traiettoria e il calcolo, visto che l’aereo avrebbe dovuto trovarsi da tutt’altra parte. Partito verso mezzogiorno, avrebbe dovuto virare prima di sorvolare l’area delle Mainarde, dove improvvisamente, intorno alle 14, si verificarono dei problemi che lo costrinsero a un atterraggio di emergenza. Il pilota del velivolo lasciò l’abitacolo del Cessna e si calò dall’albero scendendo a terra senza problemi.

Andò diversamente per Casale, che precipitò dall’albero atterrando rovinosamente a terra e battendo la testa, perdendo la vita. Nel giugno del 2013 la procura di Isernia aveva chiesto il rinvio a giudizio del giovane pilota, accusato di omicidio colposo per la morte del passeggero. La tesi accusatoria si basava sull’avventatezza dell’imputato il quale, munito di cellulare, sarebbe stato nelle condizioni di chiamare i soccorsi e, dunque, meglio avrebbe fatto a restare immobile sul velivolo con Casale, in attesa di aiuti, peccando invece di imprudenza, imperizia e negligenza. Ma il gup non è stato di quest’avviso, optando per il non luogo a procedere.

I familiari di Casale, risarciti dall’assicurazione dell’aereo, avevano rinunciato a costituirsi parte civile.

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