CAMPOBASSO. È stato presentato nella mattinata di ieri nella sede di Palazzo Vitale a Campobasso il nuovo programma di sviluppo rurale (PSR) relativo al periodo 2014–2020. Nell’illustrare il progetto, il presidente regionale Paolo Frattura e l’assessore all’agricoltura Vittorino Facciolla, entrambi entusiasti, hanno insistito molto sulle possibilità di sviluppo che i fondi messi a disposizione potrebbero favorire.
Analizziamo più nel dettaglio il PSR, precisando che, nell’ambito dei 210 milioni di euro predisposti, per ora sono già disponibili i primi 23 che la Regione ha spalmato su 4 bandi, già pubblicati sul Bollettino ufficiale, di due misure (ovvero aree di riferimento): la 4, investimenti in immobilizzazioni materiali, su cui sono stati dirottati 20 milioni di euro e la 6, sviluppo delle aziende agricole e delle imprese, a cui spetta il capitale rimanente.
Tutti i bandi in questione prevedono una scadenza ‘suddivisa’ in due tranche: una prima è fissata al 31/03/16, mentre un secondo step porta al 31/07/16. Relativamente alla prima scadenza, le domande andranno presentate a partire dal ventesimo giorno successivo alla pubblicazione del bando sul Bollettino ufficiale della Regione.
Un piano, quindi, di indubbia importanza e ricco di novità, dai molteplici e rilevanti parametri per poter partecipare, ai particolari livelli di controllo, alla tempistica ‘anomala’ ma sbrigativa (due finestre temporali della durata di 3 mesi e mezzo ciascuna).
Più dettagliatamente, il bando 4.1 si rivolge a imprese agricole singole o associate che investano in regione, che sottoscrivano un’assicurazione multi rischio di 5 anni e che predispongano un piano di miglioramento aziendale. Inoltre, i titolari devono avere un reddito agricolo di almeno 8.000 euro se residenti in aree rurali, 16.000 nelle altre. Infine, il contributo pubblico in questione spazia da un massimo di 800.000 euro per le aziende singole fino ai 2,5 milioni per le cooperative.
Nel caso della misura 4.2 i fondi sono a disposizione di ditte attive nella trasformazione e sviluppo di prodotti agricoli purchè non in difficoltà ai sensi degli orientamenti dell’Ue per gli aiuti di stato. Come sopra per quanto concerne il contributo pubblico, ma in questo caso la finalità sta proprio nel sostenere gli investimenti materiali e immateriali da realizzare in ditte dell’agroalimentare per commercializzare i propri prodotti.
Il bando 4.3 mira a ridurre il gap in cui operano le ditte agricole che avviano processi di diversificazione delle attività verso la trasformazione o i servizi agrituristici (sostanzialmente viabilità stradale e infrastrutture idriche); in questo caso, il bando si rivolge in particolare a enti locali e possessori pubblici di terreni forestali.
Infine, c’è la misura 6.1, probabilmente la più attesa visti i dati della disoccupazione giovanile: il bando è rivolto proprio a giovani sotto i 40 anni di età e che si insediano per la prima volta in un’azienda agricola come capi azienda. Un punto fondamentale, quindi, per favorire il ricambio generazionale nelle nostre campagne.
Per l’accesso ai contributi, tutti i soggetti interessati ai bandi dovranno presentare domanda per via telematica utilizzando il Modello Unico di Domanda (MUD) e poi trasmettere la copia cartacea all’Assessorato Politiche agricole ed agroalimentari della Regione.
Le scadenze per tutti gli avvisi sono fissate al 31 marzo 2016 e al 31 luglio 2016, ma le istanze potranno essere presentate a partire dal 13 dicembre 2015.
Per ricevere informazioni o chiarimenti su tutte le opportunità offerte dai bandi, per essere supportati dalla fase di sviluppo dell’idea di business fino alla predisposizione dei documenti per l’invio della domanda, è possibile fissare un appuntamento preliminare con un consulente dedicato.
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Giovanni Colagiovanni
