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Finale di Coppa regionale, una festa…. a metà

di Daniele Petrecca

Finale di Coppa, una festa a metà! Si, perché il calcio molisano, fatto di tante persone e società oneste e per bene, che fanno calcio per passione e nel rispetto delle regole, purtroppo vede diverse e reiterate irregolarità che non fanno bene alla sua immagine.

Questione società. Lo diciamo senza tema di smentite anche dando uno sguardo alla griglia delle società che compongono il Comitato regionale Molise. Molte sono le società che molisane non sono. In Eccellenza sono ben 7 (quasi la metà del girone) per non parlare di Promozione e delle varie categorie minori. Questa è già una bella irregolarità a monte, che dovrebbe far saltare “il tavolo con tutti gli arredi e le pietanze” e invece il tavolo resta lì ordinato e ogni anno puntualmente da deroghe si passa a “regole” che di certo non fanno bene all’immagine del calcio nostrano. Fortunatamente, in finale di Coppa ultimamente capitano sempre due molisane, una casualità che comunque ci fa ben sperare. Il calcio molisano, dunque, non è capace di esistere, autogestirsi e determinarsi senza l’aggregazione di società di fuori Regione? Non vogliamo e non possiamo crederci, né tanto meno arrenderci a tale circostanza, anche perché il Comitato regionale dovrebbe dare ogni strumento utile per agevolare e consolidare la nostra autonomia e, credete, le soluzioni e gli strumenti non mancano…. Eppure Il caso Molise sembra essere unico in Italia, va avanti da molti anni or sono e la Federazione (LND) sembra essere consenziente, sanando di fatto e formalmente una irregolarità a monte che lascia moltissimi dubbi.

Questione tesseramenti. Ma non finisce qui, poiché le perplessità sono molteplici anche circa le posizioni di tesserati (dirigenti e tecnici) che continuano a operare nell’ambiguità e senza che poi la Federazione ponga un freno e agisca di conseguenza. A parlare a riguardo è la fonte diretta e principe ossia il presidente dell’AIAC Molise Luciano Lubrano, che ci ha dato gentilmente e con grande professionalità il suo punto di vista rispondendo ai nostri dubbi e sollevandone di ben più lampanti.

Mister Lubrano, cosa accade nel calcio nostrano, nonostante domenica si voglia come ogni anno celebrare la festa di tutto il Calcio molisano? Intanto ringrazio questa testata per concedermi questo spazio – dice il presidente AIAC regionale – Purtroppo devo constatare che la festa di domenica per la Finale non è di tutti, ma quasi di tutti se non festa a metà, in quanto le irregolarità circa le posizioni dei tesserati non sono certo lineari e personalmente anche con i miei collaboratori, siamo alla costante tutela della figura dell’allenatore, che purtroppo viene declassata e professionalmente umiliata. L’esempio lampante è quello che accade al Termoli Calcio (ma non è la sola, anzi…), ormai sotto gli occhi di tutti e che da inizio stagione proprio noi abbiamo rilevato. La società ha iniziato con un allenatore – dichiara Luciano Lubrano – dopo poche settimane quello stesso allenatore, esonerato con un comunicato ufficiale del Termoli, si è trasferito con buona parte dei giocatori presso la GC Dauna, ma solo di fatto, e sui giornali e Tv a cui puntualmente questo allenatore rilascia interviste in qualità di tecnico, ma attualmente non esiste un tesseramento di quell’allenatore presso il Settore Tecnico e questa persona continua a non smentire o chiarire la sua posizione assieme alla GC Dauna. E qui sarebbe il minimo, in quanto c’è di eclatante che il Termoli calcio sono ben 7 gare che va in campo senza un allenatore! Una cosa di una gravità estrema e che dovrebbe costringere la Federazione a prendere provvedimenti per fatti che non danno lustro alla città di Termoli e alla sua splendida tifoseria, che ha scritto belle pagine della storia calcistica della nostra regione. A fronte delle mie segnalazioni presso tutti gli organi competenti (Lubrano ci mostra precisa documentazione, ndr), la Federazione e il Comitato non pongono un rimedio e non agiscono secondo le regole unitamente all’attuale dirigenza del Termoli. Vi è di più – ammette il presidente AIAC – nonostante i miei solleciti per verificare tali situazioni, che si ripetono anche nelle altre categorie regionali e di settore giovanile dati alla mano, il Comitato non ha dato riscontro su tale mia esplicita richiesta di accesso agli atti, cui ho pieno diritto per il mio ruolo, al fine di capire se esista un allenatore oppure un tesserato in regola in tal senso.  Come presidente regionale e rappresentante della categoria è doveroso rendere note queste cose che ogni anno puntualmente si ripetono e che purtroppo mortificano il lavoro di tante società, dirigenti e tesserati onesti e rispettosi delle regole a cui sono tenuto a render conto”.

Presidente, lei sta innescando un polverone seppur nella massima correttezza per il ruolo che rappresenta, ma cosa la spinge in effetti a farlo pubblicamente? Non ho secondi fini e nella mia vita ho sempre camminato a testa alta – dice Lubrano – ma siccome rappresento una categoria, questa va tutelata con ogni mezzo a disposizione a fronte delle mortificazioni che puntualmente ogni anno riceve ad opera di alcune società e tesserati che agiscono non rispettando le regole. Delle società di fuori Regione che compongono i Campionati ai vari livelli non ho pregiudizi né preclusioni personalmente, ma almeno  – dice il presidente AIAC – rispettino le regole e venissero in Molise a fare Calcio essendo da esempio anche per noi, non già ad operare sovvertendo le regole, perché credete, ci sono situazioni uguali al Termoli e Gc Dauna che insistono su società non molisane, ad ogni livello e categoria e questo non si può accettare. La Federazione e il Comitato intervengano al più presto – ammonisce il presidente AIAC – come sto facendo io in tutte le sedi opportune, altrimenti il calcio non ha motivo di esistere e non può certo essere da esempio per i giovani e non solo”.

Ad ogni modo domenica ci sarà la finale di Coppa Italia regionale ad Isernia; accorreranno sportivi appassionati e addetti ai lavori, cosa si sente di dire? Intanto faccio i complimenti alle due società finaliste per il traguardo raggiunto, ai tecnici, dirigenti e calciatori, unitamente a tutti gli organi del comitato regionale con in testa il presidente Piero Di Cristinzi, grazie al quale la nostra autonomia è comunque salva, sono 20 anni e questo è merito suo. La nostra categoria non può dirsi contenta né può festeggiare, ma comunque sarà una partita di calcio, una giornata di sport, in cui però è giusto che la gente sappia che il Calcio è fatto anche di persone oneste e che reclamano giustizia, a fronte di chi purtroppo continua a operare nell’ambiguità. Vinca il migliore e soprattutto che trionfi sempre lo sport”.

Parole chiare quelle di Luciano Lubrano, che tirano in ballo persone e fatti ben precisi unitamente al Comitato regionale del Molise FIGC. Da parte nostra daremo spazio e diritto di replica a chiunque degli interessati voglia rispondere e chiarire la propria posizione, ma una cosa è certa, alcuni dati sono incontrovertibili e lo sport in queste condizioni ne esce rovinato quanto a immagine e correttezza.

 

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