HomeMEDIA E TECNOLOGIALa sfida delle mamme: nuovi pericolosi trend sul web

La sfida delle mamme: nuovi pericolosi trend sul web

ISERNIA. Un vecchio adagio (anonimo) recita: “La più grande arma di distruzione di massa è l’ignoranza”. Come fosse un ordigno nucleare, essa esplode in rete e, in particolar modo, su Facebook. Ignorandone il funzionamento e quello del canale comunicativo utilizzato (cioè di Internet), l’utente finisce per diventare vittima di se stesso, del suo analfabetismo digitale e delle sue pericolose convinzioni.

Lo dimostra l’ultima moda, che da un po’ di tempo a questa parte, imperversa su diversi profili: “La sfida delle mamme”. Si tratta di una specie di ‘Neknominate’, ossia nel nominare diversi profili-amici ‘sfidando’, ognuno di essi, a postare foto che dimostrino ‘la felicità di essere mamma’. Simili sfide, in passato, hanno avuto per oggetto bevute di alcolici (il Neknominate, appunto) e gavettoni gelati (Ice Bucket Challenge), innescate, come quest’ultima, addirittura per sensibilizzare la raccolta di fondi a favore della ricerca medica. Nella sua ultima versione, a sfidarsi è la categoria delle mamme, soprattutto delle neo-mamme, desiderose di urlare al mondo intero come vivono la loro maternità. Sembrerebbe un gioco del tutto innocente, sicuramente dettato da desideri narcisistici ma, in fondo, del tutto comprensibile: “Che male c’è a fotografarsi col proprio figlio o la propria figlia? Anche noi adulti abbiamo foto di famiglia in cui siamo in braccio a mamma o papà”.

Il problema non è la foto. Il problema è il canale comunicativo. Il vero problema, insomma, è rappresentato dal dove vanno a finire queste foto. Le foto di famiglia dei nostri genitori sono ‘analogiche’: stampate e attaccate in album che stanno prendendo polvere sulla mensola del salotto o sono riposti in qualche soffitta. Sappiamo benissimo dove sono fisicamente e nessuno le sta diffondendo in giro senza il nostro consenso. Purtroppo, non è possibile dire la stessa cosa di un’informazione inviata su internet e condivisa su un social network: per sua natura, una foto digitale è volatile, inconsistente. Non viaggia di mano in mano, ma attraverso innumerevoli e indefiniti dispositivi elettronici di cui non sappiamo assolutamente nulla. Non sappiamo come essi funzionano, chi li fa funzionare e, soprattutto, dove si trovano fisicamente. La stessa foto, poi, può essere facilmente duplicata e salvata. Anche in questo caso, non possiamo sapere se, di quella particolare foto, è stata fatta una copia, per quale scopo e da chi. Di conseguenza, la nostra foto digitale può andare a finire nelle mani sbagliate, producendo effetti che possono ripercuotersi contro di noi.

Una foto condivisa su un social network può essere intercettata durante la sua trasmissione o salvata (‘scaricata’) dalla bacheca del profilo su cui si trova. Non bisogna credere di essere protetti e al sicuro solo perché condividiamo con profili-amici: un profilo-amico può essere sempre ‘rubato’, ‘hackerato’ da un terzo oppure avere impostazioni di privacy ‘pubbliche’. Come conseguenza: ciò che condividiamo è sempre visualizzato da perfetti sconosciuti. La natura digitale di una foto le permette di uscire velocemente dal circuito Facebook per essere condivisa e ri-condivisa in ben altri luoghi della rete, non sempre frequentati da brave persone. Se consideriamo che, in una foto, può essere ritratto anche nostro figlio (minore), i rischi aumentano notevolmente. Paradossalmente, partecipando alla sfida, una mamma può mettere in serio pericolo il proprio figlioletto poiché, oltre a informare l’intero web della sua esistenza, di dove abita e quale aspetto abbia, inconsapevolmente ne comunica anche gusti e abitudini, facendolo diventare facile preda di adescatori e malintenzionati di ogni tipo. In tutta coscienza, quindi, noi dell’I-Forensics Team non possiamo condividere l’idea di chi considera sicura la ‘sfida delle mamme’, solo perché “non ci sono prove della sua pericolosità né appelli ufficiali della polizia”. In realtà, le prove ci sono, eccome. Ma sono coperte da segreto istruttorio. La Polizia Postale da sempre sconsiglia di pubblicare foto di minori in rete e questo saggio e ragionevole consiglio vale, più che mai, anche per la ‘sfida delle mamme’.

I-Forensics Team

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