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Corecom, altro che parentopoli: la verità di Talucci

Il presidente del Comitato regionale per le comunicazioni spiega la sua verità: tra me e Micone rapporti di natura politica dal 2011 al 2013. La presunta parentopoli? “I rapporti tra il presidente del Consiglio regionale e mio fratello vanno chiesti a loro”.


CAMPOBASSO. Pacatezza, toni mai sopra le righe (nonostante la campagna mediatica delle ultime settimane) e massima apertura nei confronti degli operatori dell’informazione chiamati al delicato compito di raccontare la realtà e di collaborare con il nuovo CdA del Corecom.

Il presidente, Fabio Talucci, e i due consiglieri, gli avvocati Nicola Lavanga e Angela Catalano accolgono i giornalisti, convocati per la loro prima conferenza stampa, stringendo ad ognuno la mano. Un primo segnale distensivo, dopo giorni e giorni di polemiche. “Massimo rispetto per gli organi di informazione – dice subito – perché anche le critiche occorre prenderle per il verso giusto”

Le critiche, appunto. Fin da subito, dal giorno in cui sono state rese note le designazioni che il presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone ha avocato a sé esercitando i poteri sostitutivi, il Sindacato dei giornalisti e l’Ordine del giornalisti (per rimanere nell’ambito della categoria) hanno sottolineato la difficoltà nel comprendere l’assenza, dal CdA, di un collega o quanto meno di un esperto del mondo della comunicazione.

Si è poi ipotizzata una sorta di ‘parentopoli’ che coinvolgerebbe il neo presidente del CdA del Corecom e il presidente del Consiglio regionale. Sul tema, Talucci, a precisa domanda, risponde: “i miei rapporti con Salvatore Micone sono essenzialmente di natura politica, abbiamo lavorato nella stessa Giunta provinciale dal 2011 al 2013, anno in cui fu eletto consigliere regionale. Se questo fosse un problema,  allora lo avrei anche con altri consiglieri.  Cito ad esempio Gianluca Cefaratti che all’epoca era presidente del Consiglio provinciale mentre io ero vicepresidente della Giunta e assessore”.

E i rapporti tra suo fratello e la famiglia del presidente Micone, che sono al centro di una presunta ‘parentopoli’? “Questa domanda non deve porla a me – risponde con calma – ma a loro, ai soggetti chiamati in causa. Posso solo dirle che mio fratello non vive in Molise da dieci anni. E quando torna, preferisce dedicarsi al suo giardino”.

Le critiche di queste ultime settimane si sono soffermate anche sulle competenze che sono alla base delle designazioni; pur non appartenendo specificatamente al variegato mondo dell’informazione, il presidente Talucci ribadisce che “ognuno vanta esperienze e professionalità che sono state valutate positivamente dal legislatore che ha proceduto alle designazioni. Del resto, ci sono i curricula che ‘parlano’ e ‘raccontano’ di tre professionisti che hanno inviato la propria adesione alla richiesta di disponibilità per quel ruolo; che sono stati valutati assieme a tutti gli altri che hanno partecipato e sono stati individuati come le professionalità adatte”. Il neo presidente ‘smonta’ anche le questioni inconferibilità e incompatibilità: il suo mandato in Provincia è terminato nel settembre del 2016 e il legislatore, per quella tipologia di Ente, ha stabilito che tra un incarico e l’altro dovessero passare 12 mesi; relativamente alla querela “presentata 5 anni fa, ho anche chiesto una consulenza per verificare eventuali incompatibilità che, stando a queste verifiche, non sarebbero ravvisabili. Io ho fatto domanda anche per l’Arsap e per Molise Acque – dice – il mio curriculum è qui, sul tavolo, a vostra disposizione: non ho motivo di nascondere alcunché. Il legislatore regionale ha deciso così, sono certo che tutti i curricula siano stati vagliati con la massima attenzione”.

Tornando alle questioni più concrete, il presidente del Corecom ha spiegato che in mattinata il CdA ha tenuto la prima riunione, nel corso della quale l’avvocato Lavanga ne è stato designato vicepresidente. Un primo incontro anche con i funzionari del Corecom, la dottoressa Angela Aufiero in testa, per comprendere lo stato dell’arte e pianificare le attività future.

“Un primo momento di confronto anche per conoscere i consiglieri del CdA, ottimi professionisti e brave persone; sono molto contento che nel nostro CdA ci sia una donna, sebbene non sia obbligatorio per legge, perché di certo ci imbatteremo in temi ‘sensibili’ che richiedono una attenzione particolare. La sua presenza non può che rappresentare un valore aggiunto.

Dimostrando grande correttezza – ha evidenziato il presidente Talucci – il CdA che ci ha preceduto non ha impegnato somme né pianificato attività che si sarebbero poi dispiegate nel 2019. Un segnale di grande attenzione”.

Spazio quindi alle cose da fare: stamattina, nel corso della prima assemblea è stata avviata una ricognizione sulle attività che sono in itinere. Resta confermata la “bella iniziativa alla quale abbiamo aderito perché ci crediamo” che coinvolge il mondo della scuola con l’istituzione di un premio. E poi anche la convenzione con l’Arpa, avviata anche questa dal precedente Consiglio di Amministrazione, relativa al monitoraggio delle emissioni delle antenne di telefonia e radiotelevisive che trovano posto in luoghi cittadini.

Al vaglio del nuovo CdA anche il ricorso al Tar avviato da una cooperativa di giornalisti esclusa dalla contribuzione regionale: su questo punto sono iniziate oggi una serie di prime valutazioni assieme alla struttura.  

Attività 2018 da terminare, quelle del 2019 da pianificare tenendo sempre in mente che “i risultati saranno a vantaggio dei cittadini”. Da ora, saranno i fatti ad essere giudicati.

 

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