Lo ha detto il fondatore del Gruppo Abele, a Campobasso per partecipare a un incontro con studenti e magistrati sul tema della Costituzione
CAMPOBASSO. Migranti, per don Luigi Ciotti si sta vivendo una fase di ‘deriva xenofoba’. “Oggi – ha detto il sacerdote – c’è un ritorno a forme di fascismo e di razzismo che non sono, come dice qualcuno, folklore, ma un segnale inquietante. Tanto che in alcuni paesi europei si costruiscono già fili spinati”.
Questo il messaggio lanciato dal fondatore del ‘Gruppo Abele’, oggi a Campobasso per partecipare a un incontro sulla Costituzione con studenti e magistrati. “In Italia – la sua lezione – in questo momento viviamo un’emorragia della memoria, ci siamo dimenticati delle storie dei nostri emigranti, ma nello stesso tempo c’è anche un’emorragia di umanità”.
La Costituzione, ha detto don Ciotti, è stata costruita per mantenere solida la democrazia italiana e proteggerla dal rischio di deriva totalitaria. Nelle sue parole il riferimento al clima che si era creato in Italia al termine della Prima Guerra Mondiale, di cui quest’anno ricorre il centenario.
“Mussolini – ha affermato don Ciotti – ci ha messo tre anni per conquistare il potere, dopo una campagna elettorale improntata su questo concetto: scavare nel rancore degli italiani. Cento anni dopo – ha aggiunto – la rabbia, la povertà e il malcontento delle persone hanno trovato una nuova valvola di sfogo: i migranti”. Abbastanza per essere preoccupati, ha dichiarato ancora.
“Con la riduzione degli Sprar – il riferimento al Decreto sicurezza – non andiamo nella direzione giusta. I migranti che fuggono da fame e guerre non sono pacchi postali. Noi dobbiamo ascoltare e cogliere le fatiche delle persone, non usarle e strumentalizzarle per altri scopi”.
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