HomeSenza categoriaCrisi della Befana, Toma esce allo scoperto: nel mirino il sottosegretario Pallante

Crisi della Befana, Toma esce allo scoperto: nel mirino il sottosegretario Pallante

Certo, in aula – ad onor del vero – il governatore non è mai mancato come è sempre stato presente ad ogni appuntamento dei suoi assessori o consiglieri. E, cosa non da poco, ha sempre risposto in prima persona ad ogni interrogazione, mozione, interpellanza o quant’altro. Un superlavoro, che forse ora sta mostrando qualche difficoltà operativa che deve essere aggiustata.

Se io poi debba riportare ai fasti del passato questa regione – non so se ne abbia avuti, io non li ricordo – se si vuol portare questa regione a certi livelli, bisogna avere un presidente presente sui temi nazionali e una Giunta, un sottosegretario e dei capigruppo che invece mediano i temi locali. Si arriva al presidente laddove c’è una mediazione importante da fare. Non è che io posso saltare gli assessori perché non sono presenti oppure perché pensano che vada tutto delegato al presidente. Se mi metto a fare le riunioni petto a petto con i consiglieri, non arriviamo più”.

Questa pausa di riflessione serve a rodare la macchina e ripartire. “Ho guidato una Ferrari perché ho buoni elementi ma il motore deve essere messo a punto. Ora stiamo facendo questo. La messa a punto”.

Sono quindi prive di fondamento tutte le vocine che imputano questo ‘pit stop’ a presunte frizioni con qualche consigliere regionale, tipo Aida Romagnuolo, oppure alla decisione di affidare a Sviluppo Italia il Piano strategico del Turismo?

“Il Piano lo abbiamo voluto e Sviluppo Italia, come le altre società in house, deve essere riportata nell’alveo delle proprie competenze. Basti ricordare quello che ci chiede la Corte dei Conti: perché dare affidamenti esterni quando ci sono le società in house, tipo Molise Dati (con cui abbiamo avviato la procedura di affidamento interno dell’informatizzazione), Finmolise o, appunto, Sviluppo Italia per citare quelle più grandi? Sono società definite strategiche, che non si devono dismettere. A questo punto utilizziamo le società in house che sono la Regione: si tratta di un modo di organizzare le proprie risorse in maniera diversa. Non sono pezzi, sono parti importanti. Penso alle professionalità che lavorano all’interno, tutti giovanotti laureati; agli oltre trenta dipendenti della Molise Dati. Che faccio? Li rimando a casa o li foraggio senza che lavorino?”.

Motivazioni inconsistenti, quindi, quelle del chiacchiericcio sul presunto caso Aida Romagnuolo? “Io non posso, da presidente, contrappormi alla consigliera Romagnuolo, che ha tutto il diritto di fare quello che dice di voler fare. Ma, se fai parte di una maggioranza, questi argomenti si portano all’interno di riunioni specifiche o si fanno attraverso l’assessore di riferimento, che è un assessore della Lega. Per cui, se invece di rapportarti con il tuo assessore per manifestare le eventuali perplessità, devi uscire tutti i giorni sui giornali, non mi pare un comportamento politicamente corretto da parte di un esponente della Lega. Se il partito ritiene che lo sia, invece, io dovrò fare delle considerazioni.  Ma mi pare che il partito si sia espresso sulla mia linea”.

E invece il presunto problema interno alla Giunta che riguarda le nomine? “Non è un problema di nomine. No, affatto. Certo, quando si devono fare delle scelte occorre riflettere bene e non improvvisare. Ma è un problema generale, di regole, di messa a punto della macchina”.

Ma la paralisi degli entisubregionali? “Questa è una di quelle circostanze che va messa a punto, ecco. Non è possibile che siamo in commissariamento perenne. E parlo delle nomine che dovrebbe fare il Consiglio, non quelle della Giunta perché l’Esecutivo le nomine di competenza le fa”.

Il motivo per il quale non si procede in tal senso? “Dobbiamo chiederlo ai consiglieri – spiega, accennando ad una risata – i capigruppo devono farsi delle domande. Me lo dovrebbe dire il sottosegretario che fa da collettore tra la Giunta e il Consiglio. Io detto la linea e voglio che sia attuata secondo regole ben precise, rifuggendo all’improvvisazione”.

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