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Continuità assistenziale, medici sul piede di guerra contro l’Asrem per le indennità sospese

Anche da lsernia la class action in difesa delle guardie mediche. Circa 80 adesioni per la controffensiva al provvedimento di Giustini


CAMPOBASSO/ISERNIA. Non solo si sono visti sospendere l’indennità assicurativa contro atti vandalici e calamità e quella di assistenza pediatrica. Ma sono stati anche chiamati a restituire quanto percepito negli ultimi dieci anni.

Questo alla luce dell’avvio da parte della Procura regionale presso la Corte dei Conti del Molise di un accertamento istruttorio in ordine alle numerose criticità relative proprio alla corresponsione delle suddette indennità.
Loro però non ci stanno e diffidano la Regione e l’Asrem, nella persona del Commissario ad Acta.

Si tratta dei medici di Continuità assistenziale, i quali – per il tramite dei legali Carmine Gonnella, Piergiorgio Biello e Maria Luisa Valvona – presentano un’istanza di annullamento in autotutela del decreto commissariale numero 64 del 15 maggio scorso; decreto con il quale – in parole povere – si sospende l’indennizzo in favore delle guardie mediche e si chiedono pure indietro i soldi.

In realtà si tratta di una seconda chiamata. Una seconda finestra per quanti non hanno aderito alla prima class action promossa. Ed hanno ‘risposto’ circa 80 professionisti del Molise, ma anche di fuori regione. I medici, sui quali si è abbattuto tale provvedimento, contestano al Commissario il fatto che non rientrerebbe tra i suoi poteri quello di disattendere, senza alcuna concertazione con le organizzazioni sindacali di categoria, quanto previsto dall’Accordo Collettivo Nazionale. Vieppiù quando gli accertamenti della Corte dei Conti non sarebbero ancora conclusi e, dunque, non sarebbe stata emessa alcuna dichiarazione di illegittimità delle disposizioni contrattuali.

Non è tutto. Gli avvocati dei sanitari ravvisano inoltre il concretizzarsi di un’ingiustizia in ordine al fatto che i medici, pur senza indennità assicurativa, dovrebbero continuare ad espletare le medesime attività previste dagli accordi, ad oggi derogati unilateralmente, accollandosi i rischi, i costi e i consumi, ad esempio per quanto concerne l’usura degli autoveicoli.

Pertanto, la richiesta di annullamento del decreto commissariale. Con l’avvertimento che, in caso di diniego, si avvierà un’azione giudiziaria.

 

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