HomeNotizieCRONACAUnimol, ragazza discriminata nel servizio mensa: è sorda, paga più degli altri

Unimol, ragazza discriminata nel servizio mensa: è sorda, paga più degli altri

L’appello della giovane che si rivolge all’Esu Molise per vedersi riconoscere il suo diritto alla convenzione


CAMPOBASSO. Ha del clamoroso ciò che si è verificato all’interno dell’Ateneo molisano dove l’Esu, l’ente per il diritto allo studio universitario, non ha applicato la convenzione sulla mensa ad una ragazza sorda al 100% facendola, quindi, pagare il pasto più di quanto lo pagano i suoi colleghi universitari.

“Le istituzioni e gli enti pubblici – scrive in una nota indirizzata alla redazione – sentono e ascoltano ancora meno di me”. Uno scontro quotidiano con mail senza alcuna risposta, uffici pubblici chiusi, personale impegnato in tutt’altre faccende, responsabili che la rassicurano per lavarsene le mani ma in fin dei conti niente va come dovrebbe.

“La premessa – ci spiega – è che l’anno accademico è iniziato il 1 ottobre e che l’Esu Molise, per la sede universitaria di Pesche, ha attivato il servizio a chi ha fatto domanda quest’anno solo il 25 novembre, con non pochi disagi per gli studenti e solo dopo molteplici sollecitazioni (senza risposte) da parte degli stessi e da parte del direttore generale dell’Unimol. Sembra che all’Esu – ci racconta la studentessa – non importi offrire agli studenti i servizi che promette, ma solo disservizi tra cui servizio mensa attivato in ritardo e non funzionante per tutti, nessuna risposta alle mail, rare e poco professionali risposte a telefono, uffici chiusi, ritardi nell’accredito degli importi delle borse di studio e dei rimborsi e così via, potremmo continuare per ore”.

La studentessa disabile ha usufruito del servizio mensa con la domanda dello scorso anno fino al 25 novembre pagando 3,20€ secondo la fascia di appartenenza attribuitale. In questo anno accademico la studentessa disabile ha richiesto nuovamente all’Esu Molise il servizio ristorazione, ha compilato e consegnato la domanda e – quando ha chiesto se fosse tutto in regola – ha ricevuto risposta affermativa.

Il 25 novembre, in seguito all’attivazione delle tessere di chi ha fatto domanda quest’anno, la studentessa ha scoperto di essere stata esclusa dall’Esu dal servizio di ristorazione a tariffa agevolata dato che ha dovuto pagare 8€ al posto di 3,30€ per l’intero pasto. Per la studentessa disabile è molto importante usufruire della mensa, perché per via dei suoi problemi di salute ha difficoltà nelle faccende domestiche, ma sembra che a nessuno importi.

“Perché sono stata esclusa?”, si chiede. Non lo sa. Nessuno lo sa. Nemmeno l’ESU Molise, i cui battenti dell’ufficio erano chiusi il mercoledì mattina successivo all’episodio, quando la studentessa si è alzata all’alba per andare a Campobasso a chiedere spiegazioni. Chiede spiegazioni via mail, ma non riceve risposte. Vorrebbe telefonare ma non può, essendo sorda. “Come si può sopravvivere in un Molise in cui gli uffici pubblici sono più sordi dei sordi? – si chiede – Come si può andare avanti in una regione in cui si trovano gli uffici chiusi, alle mail non risponde mai nessuno, a telefono non sanno dare alcuna spiegazione ragionevole?”.

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