HomeSenza categoriaIstituzione della Provincia di Isernia, 50 anni dopo

Istituzione della Provincia di Isernia, 50 anni dopo

Oggi, tutto sembra essere stato abbandonato. Come se le cose non fossero più una ricchezza comune.
Un esempio? L’ente pubblico avrebbe dovuto continuare ad essere accanto alle aziende in crisi perché i posti di lavoro e l’indotto erano di tutti.
Un altro esempio? Nel settore della sanità pubblica, non è rimasto più niente di quanto avevamo realizzato. Oggi ci serviamo delle strutture dei centri vicini, anche lontano dai confini regionali.
E, ancora, cosa è rimasto del grande sforzo fatto per avere una sede universitaria a Isernia? E come è finito il progetto del Cnr di Pesche?
Lo spopolamento non è la causa di tutto ciò. Lo spopolamento è la conseguenza di tale distruzione. È difficile trovare un solo motivo per vivere nel nostro territorio. Per quale motivo bisognerebbe rimanere?
La nostra generazione ha goduto del lavoro fatto negli anni che stiamo raccontando. I nostri giovani, invece, stanno pagando e pagheranno le conseguenze di ciò che è stato fatto nel periodo successivo.
Nel 1989, in un incontro sul tema, prendemmo atto che l’emigrazione dei molisani verso l’estero o verso altre regioni si era fermata. I giovani avevano le possibilità e le occasioni di lavorare in Molise; università, ospedali, aziende davano speranza per un futuro da realizzare senza allontanarsi da casa. Oggi, i nostri figli e i nostri nipoti partono per Londra, Dublino, Milano…
La cosa che intristisce di più è che di queste cose non si parla. La discussione, invece, porta a cercare e trovare soluzioni. Si parla oggi della possibilità di nuove aziende? Si parla oggi di Università? Si parla oggi dei servizi sanitari da portare nelle case delle persone che sono sempre più anziane?
La realtà della Provincia di Isernia, una realtà che si era affermata, è stata completamente annullata da un ventennio di superficialità e di incapacità. Di sicuro la crisi mondiale ha contribuito allo spopolamento e al degrado economico ma non ricordo una sola idea, anche sbagliata, proposta negli ultimi venti anni per migliorare la situazione.
La condizione è talmente grave che non vedo i motivi per festeggiare. Potrei provare allegria e compiacimento solo se vedessi di nuovo l’entusiasmo, il coinvolgimento e la voglia di lavorare insieme, per il bene comune, degli abitanti di questo territorio così disastrato.
Non si discute più e non si progetta più. Sarei felice, invece, se vedessi l’annunciazione di una sola idea di sviluppo, la proposta di un progetto studiato per bene a sostegno di una pur minima speranza. Solo questo posso augurarmi e augurare a Isernia. Solo questo posso sperare per la Provincia di Isernia e per il Molise.

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