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Il paradosso: Molise train free ma con la “cattedrale nel deserto” della metropolitana leggera

Per almeno un anno e mezzo e per effetto dell’avvio dei lavori di elettrificazione della linea Campobasso-Venafro, chi dovrà spostarsi dal capoluogo in direzione Roma, Benevento e Napoli dovrà farlo a bordo di bus sostitutivi. A ciò si aggiunge l’incertezza sui tempi di riapertura della Termoli-Campobasso, che l’ex asssessore regionale ai trasporti Vincenzo Niro aveva annunciato per la metà di luglio.  La sola opera al momento completatata è la metropolitana leggera Matrice-Bojano, costata oltre 24 milioni di euro e di fatto inutilizzabile perchè mancano i mezzi di trasporto e la regione non è in grado di gestire il servizio per via dei costi troppo elevati e della macanza di utenza


CAMPOBASSO.”Dopo le chiusure della Carpinone-Sulmona, della Campobasso-Benevento e della Campobasso-Termoli, si chiude a cuor leggero anche la Campobasso-Venafro. I tempi annunciati di chiusura, per permettere i lavori di elettrificazione della linea, parlano di una durata di un anno e mezzo, ma il Sud, ed il Molise in particolare, è collezionista atavico di promesse vane. Di annunci disattesi ne hanno sentiti tanti, ecco perché il fatalismo cronico è il “bagaglio” del pendolare molisano”. E’ quanto dichiarano in una nota le segreterie regionali della Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trsporti, che gettano ombre anche sulla ripartenza dlela linea ferroviaria Termoli-Campobasso, che l’ex assessore ai trasperti Vicnenzo Niro aveva annunciato per la prima metà di Luglio.

I lavori lungo la tratta non sono stati ancora completati ed è probabile che i tempi della riapertura, attesi da anni, siano destinati a slittare ancora. 

Motivo per cui “da oggi in poi, e per un periodo non definibile – aggiungono le organizzazioni sindacali – diverremo una regione di utilizzatori di bus e di auto propria, non è precisamente la direzione verso cui viaggia il resto dell’Italia dove invece si sta promuovendo “la cura del ferro” e dove solo qualche giorno fa il Presidente del Consiglio Conte ha dichiarato di voler estendere l’alta velocità a tutto il sud e il Ministro dei trasporti De Micheli ha rincarato la dose sostenendo che l’80% degli italiani debba vivere a meno di un’ora da una stazione dell’alta velocità”. 

Per i sindacati questa è “pura fantascienza per il Molise dove invece paghiamo colpe e ritardi di un assessorato, quello dei trasporti, che ha storicamente annaffiato di più la piantina della gomma (senza peraltro arrivare a risultati come dimostrano le cronache), facendo seccare quella del ferro e, fatto unico in Italia, non mettendo mai le due modalità l’una al servizio dell’altra. I tempi moderni richiedono una totale e decisa inversione di tendenza.

Come organizzazioni sindacali – spiegano i segretari della Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti – tocchiamo quotidianamente con mano l’inadeguatezza della classe dirigente molisana e più che vigilare sui tempi di consegna dei lavori e tutelare i lavoratori che rappresentiamo, non possiamo fare, o meglio: non ci è stato mai permesso di incidere nelle scelte. Abbiamo qualche volta partecipato, ma sempre poco o nulla contato. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Ecco perché  – concludono – auspichiamo che quando questa interruzione temporanea sarà conclusa, ai tavoli per progettare un moderno Tpl regionale ci siano gli utenti e i lavoratori del settore e solo allora, forse, i dirigenti di Trenitalia e di Rfi sembreranno più simpatici al popolo dei pendolari molisani.”

Nel frattempo l’unica opera completata in tempi record è la metropolitana leggera Matrice-Bojano, l’opera voluta fortemente dall’ex governatore Paolo Frattura e costata oltre 24 milioni di euro ma di fatto inutilizzata perchè mancano i treni e la regione non è in grado di gestire il servizio.

La contestata infrastruttura, per usare parole care all’attuale goverantore Toma, oggi è una vera e propria “cattedrale nle deserto”, con le stazioni di fermata dei treni, in special modo quelle realizzate a Campobasso, diventate ricettacolo di sporcizia e degrado diffusi. 

 

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