Aria di resa dei conti alla Regione, dopo l’approvazione della mozione del ‘Vietri’ ospedale Covid. Il governatore minaccia i suoi, “se me ne vado io ce ne andiamo tutti”
CAMPOBASSO. Braccio di ferro all’interno della maggioranza in Consiglio regionale, sospesa la seduta di questo pomeriggio per mancanza di numero legale.
La sospensione della seduta – appena 9 i consiglieri presenti, peraltro in videoconferenza – arriva dopo l’approvazione all’unanimità dell’ordine del giorno di iniziativa della consigliera Aida Romagnuolo per la riduzione dei tempi di attesa per gli esami clinici e le visite mediche, anche prevedendo aperture festive e serali, per svolgere prestazioni di laboratorio, tac, risonanze magnetiche e mammografie.
Un momento di intesa bipartisan prima che riscoppiassero le tensioni politiche, conseguenti all’approvazione della mozione per il ‘Vietri’ ospedale Covid passata ieri, con i voti di Iorio, Calenda e Romagnuolo a fare da sponda a M5s e Pd.
Già questa mattina il capogruppo del M5s Andrea Greco aveva puntato il dito sull’assenza del governatore Donato Toma, del presidente del Consiglio Salvatore Micone e del presidente della Prima Commissione Andrea Di Lucente. “E’ in corso una guerra fredda”, ha detto Greco, annunciando la presentazione della mozione di sfiducia al governatore, che sarà presentata insieme al Pd e senza simboli di partito. Per cercare il sostegno di eventuali ‘franchi tiratori’.
Rumors di palazzo dicono che il governatore Toma ha minacciato i suoi di presentare le dimissioni, “tanto se me ne vado io ce ne andiamo tutti”. Ore di trattative frenetiche nei partiti di centrodestra per capire se la fronda interna dei sei consiglieri che avevano chiesto al presidente di non nominare l’assessore esterno della Lega si è ridimensionata nei numeri. Lasciando le sole Calenda e Romagnuolo pronte allo scontro frontale con Toma e la posizione di Micone, Cefaratti, Di Lucente e D’Egidio ancora da definire. Nel clima da resa dei conti in pieno svolgimento.
C.S.
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