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L’allarme mala della Dia e la morte di Borsellino. Toma: uniti contro le mafie

Dalla morte dei magistrati antimafia, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, all’allarme mala organizzata in Molise, lanciato dalla Dia. Vicende di ieri e di oggi ricordate dal governatore, nel suo messaggio alla vigilia della strage di via D’Amelio


CAMPOBASSO. La ricorrenza della strage di via D’Amelio, nella quale perse la vita il magistrato antimafia Paolo Borsellino. Una data ricordata dal presidente della Regione Donato Toma che cita quella vicenda, tra le più drammatiche della storia del nostro Paese. E che fa poi riferimento all’attualità. All’allarme malavita organizzata in Molise, lanciato dalla Dia, la Direzione investigativa antimafia, nella sua relazione semestrale al Parlamento.

“Il 19 luglio 1992 – le parole del presidente della Regione – morivano in un attentato in Via D’Amelio a Palermo, per mano della mafia, Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. Il 23 maggio dello stesso anno identica sorte era toccata a Giovanni Falcone. I due magistrati sono diventati i simboli della lotta dello Stato contro tutte le mafie. Ecco perché è importante ricordarli non solo per il loro sacrificio, ma per l’insegnamento e l’eredità che ci hanno lasciato: avere fiducia nello Stato, improntare i nostri comportamenti al più rigoroso rispetto delle leggi, lavorare uniti in difesa della legalità”.

“Il Molise – il riferimento al report della Dia – è un territorio fondamentalmente sano, non interessato dal radicamento di organizzazioni malavitose locali di stampo mafioso, ma dobbiamo essere sempre vigili e non abbassare mai la guardia rispetto alle “proiezioni di cosche di ‘ndrangheta, di clan di camorra e di sodalizi di origine pugliese” che gli investigatori segnalano”.

“Per questo è necessario lavorare all’unisono, fare opera d’informazione e sensibilizzazione tra la società civile a partire dalla scuola, mettere in campo strategie comuni che coinvolgano cittadini, istituzioni, associazioni, forze dell’ordine e magistratura. Le mafie non sono invincibili – ha concluso Toma – basta volerle e saperle combattere con metodi appropriati ed efficaci: è questa la lezione che ci viene da Falcone e Borsellino”.

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