HomeNotizieSPORTLupi, i precedenti dicono 'D' ma la società crede ancora nella 'C'

Lupi, i precedenti dicono ‘D’ ma la società crede ancora nella ‘C’

L’anno scorso il Tar confermò l’esclusione di Sambenedettese e Casertana (oltre a quelle di Carpi e Novara) dichiarando in subordine la partecipazione al torneo di serie D, ma il Campobasso confida nel miracolo, come avvenne per la Paganese nel 2016. Il Tribunale amministrativo del Lazio si riunisce martedì alle 13. Per il club di Gesué lo spartiacque definitivo.


di Maurizio Cavaliere

Il Tar del Lazio si riunirà martedì 2 agosto alle 13. L’attesa in città è alta perché da quel verdetto dipende la sorte del Campobasso calcio: rientrare clamorosamente in serie C, ’finire’ in serie D (la società ha fatto richiesta in estremo subordine) con la stessa matricola o vedere il club di Gesué chiudere definitivamente bottega in una pozza di lacrime e sangue.

Dopo la mazzata delle tre bocciature dagli organi di giustizia sportiva è tornato un po’ di morale con la sospensiva del Tar, novità rispetto all’anno scorso, che ha scompaginato i programmi della Figc, al punto che composizione dei gironi e calendari sono stati posticipati al 5 agosto. Un bel guaio per Ghirelli, ma una magra consolazione per il Campobasso perché la posta vera in campo non è una vendetta nei confronti di chi, per certi versi, sembra non avere ‘in simpatia’ i lupi, ma è qualcosa di importante e tangibile ovvero la permanenza in serie C. Gesué punta tutto su questa possibilità: per lui anche ripartire dalla D sarebbe una sconfitta, con tanto di urgenti questioni da risolvere, prima fra tutte il rimborso dei soldi agli oltre 700 tifosi che hanno fatto l’abbonamento.

La società guarda con rabbia e fiducia al giorno del giudizio. Ci si limita a ricordare i precedenti positivi. Quello della Paganese 6 anni fa sembra dare qualche chance ai lupi. Su una questione di natura tributaria, fra rateizzazioni e adempimenti ‘suscettibili di integrazione’ oltre la fatidica data del 30 giugno, il Tar decise per l’ammissione provvisoria (poi resa definitiva) della Paganese alla Lega Pro. In pochissimi ci avevano scommesso eppure andò in questo modo. 

La rabbia, che poi è un malcelato sospetto, riguarda invece la circostanza particolare della provenienza di uno dei due presidenti che siedono accanto a Ghirelli nel Consiglio federale presieduto da Gravina. Si tratta di Alessandro Marino ovvero il ‘numero uno’ dell’Olbia, altra società di serie C che dista appena 100 km da Sassari, città della Torres, la società che più di tutti sta facendo le… scarpe a Campobasso e Teramo. I lupi ritengono che a fare battaglia contro i lupi in questa fase delicatissima sarebbe stato soprattutto lui. Sospetti tutti da verificare, naturalmente. Alessandro Marino (insieme all’altro presidente, della Feralpisalò, Giuseppe Pasini) venne eletto nel Consiglio Federale della Figc, in rappresentanza della Lega Pro, il 22 febbraio del 2021. In quell’occasione Ghirelli dichiarò: “Questi mesi sono strategici per avviare e costruire il processo di riforme di cui il sistema necessita. C’è bisogno della partecipazione e della spinta di tutti, sono certo che i Presidenti di Lega Pro faranno un ottimo lavoro e si impegneranno in prima persona mettendo al centro gli interessi del sistema”.

Sempre riguardo ai ricorsi, meno bene si era messa per la Sambenedettese l’anno scorso: per il club marchigiano il Tar aveva confermato l’esclusione dalla serie C ma comunque la serie D e matricola non andarono perse. Il quel caso, infatti, il Tar accolse la domanda subordinata di ammissione alla Serie D presentata dopo la definitiva esclusione dai Professionisti, sull’esempio della Casertana che, impugnando la legittimità dell’articolo 52, comma 10, delle Noif, che impedisce alla società non ammessa a un campionato professionistico di manifestare preliminarmente l’interesse a iscriversi alla quarta serie o di rinunciare in favore del Comune di riferimento, aveva ottenuto l’ammissione al Campionato di Serie D.

A due giorni dal verdetto definitivo nessuno può sapere come andrà a finire, anche se il partito dei pessimisti è sempre più numeroso di quello degli speranzosi. Il Campobasso confida nel fatto che l’anno scorso nessuna delle ricorrenti (erano quattro) aveva ottenuto la sospensiva; i più realisti, pur sottolineando l’assoluta intransigenza della Figc e del Collegio di Garanzia del Coni, fanno notare che tutto è partito da un errore comunque grave commesso dalla società rossoblù. Vero soprattutto questo.

Nel frattempo nelle Marche (a Fermo) e soprattutto in Sardegna (Sassari, sponda Torres) si è certi del ripescaggio, che però non è ancora avvenuto. Il Consiglio Federale del 28 luglio ha individuato in Fermane e Torres le possibili ripescate in luogo di Campobasso e Teramo. Ha dato quindi delega al Presidente federale Gravina, assieme ai vice presidenti, per deliberare l’eventuale integrazione di organico all’esito dei ricorsi di Teramo e Campobasso. Tutto congelato, insomma, con piccolo smacco per Ghirelli, così come in freezer ci sono i pre contratti dei calciatori rossoblù in attesa dello svincolo. Si fa l’esempio di Dalmazzi e Candellori (‘calamitati’ da Cudini ad Andria) o di Pace, destinato al Brescia. Anche per loro dipende tutto da quello che deciderà il Tar: in caso di bocciatura o serie D per i lupi, i tre e tutti gli altri potranno accasarsi immediatamente dove vorranno, ma in caso di serie C ‘restituita’ ai lupi, restano sotto contratto a Campobasso e vestiranno il rossoblù anche nella prossima stagione. Ecco il motivo per cui, ora come ora, non possono nemmeno allenarsi con le squadre insieme alle quali hanno preparato un contratto ancora da sottoscrivere. In sostanza, se fra due giorni il Tar dà ragione a Gesué tutti i calciatori del Campobasso verrebbero convocati il giorno stesso per il 3 agosto e il mattino successivo sarebbero obbligati a presentarsi per il raduno che a quel punto sarebbe immediato.

Tutti ci auguriamo che finisca in questo modo, anche se, visto l’andazzo poco favorevole, anche mantenere la serie D con la stessa matricola non sarebbe male, a patto che Gesué mantenga fede agli impegni presi pubblicamente.

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