Antonio Liberatore, veterinario componente del Patom regionale e della rete di monitoraggio del Bruno marsicano, è stato intervistato da Il Messaggero dopo la morte di Andrea Papi, ucciso – secondo le ricostruzioni – proprio da uno di questi animali


TRENTO-CAMPOBASSO. È arrivata la conferma che Andrea Papi, l’escursionista 26enne morto negli scorsi giorni in Trentino, è stato ucciso da un orso. Secondo i primi sospetti potrebbe essere l’esemplare denominato Mj5, che già lo scorso mese avrebbe aggredito un escursionista. Si dovranno attendere i risultati delle analisi sui sui campioni di sangue raccolti nella zona in cui è stato ritrovato il ragazzo per avere ulteriori conferme. Gli esami svolti hanno dunque escluso l’ipotesi di un incidente mentre il 26enne stava tornando dalla sua escursione sul monte Peller. L’incontro tra il ragazzo e l’orso sarebbe avvenuto dopo una curva cieca. Papi avrebbe anche provato a difendersi con un bastone, secondo le ultime ricostruzioni, ma la forza dell’animale lo ha sovrastato. Per l’autopsia, la procura di Trento ha nominato tre periti: un medico legale, un esperto di Dna animale e un veterinario.

Sulla questione degli incontri fortuiti con orsi è intervenuto anche un esperto molisano. Antonio Liberatore, veterinario componente del Patom regionale e della rete di monitoraggio dell’orso Bruno marsicano, ha spiegato a Il Messaggero i comportamenti da tenere nel caso in cui si dovesse incontrare un orso durante un’escursione. Posto che incontrare un orso è difficilissimo, considerando che nella maggior parte dei casi sono loro a scappare via da soli, gli accorgimenti da seguire sono diversi. Anzitutto, con un po’ di sangue freddo, bisogna rimanere immobili, senza dargli le spalle né gridare. Si deve restare semplicemente fermi a guardare l’animale per non allarmarlo. Correre via infatti potrebbe spingere l’orso a pensare di avere di fronte una preda. L’orso, peraltro, è un animale velocissimo e molto agile. Allo stesso modo, bisogna evitare di lanciargli contro oggetti e sassi per tentare di scacciarlo via. Rimanendo immobili, con lo sguardo fisso sull’animale, nella maggior parte dei casi sarà lui ad andarsene da solo. Altro comportamento da evitare, secondo il dottor Liberatore, è portare i propri amici a quattro zampe nei territori dell’orso. Per l’animale rappresentano un pericolo dal quale potrebbero sentirsi minacciati. E, quindi, reagire per difesa, soprattutto se s’incontra una femmina con prole, che cercherà di proteggere i suoi cuccioli. In più, è bene lasciare sempre una via di fuga all’animale, soprattutto quando ci si trova in ambienti stretti – ad esempio, una gola. Se costretto, è più probabile infatti che diventi aggressivo.