HomeEVIDENZACrescita economica, Molise in ripresa ma pesano aumento dei prezzi e calo...

Crescita economica, Molise in ripresa ma pesano aumento dei prezzi e calo demografico

Presentato dalla Banca d’Italia il rapporto regionale 2022. Occhi puntati su sanità e Pnrr


di Enrico Fazio

CAMPOBASSO. Presentato questa mattina, presso la filiale della Banca d’Italia di Campobasso, il rapporto annuale ‘L’economia del Molise’.

Con i rapporti regionali la Banca d’Italia mette a disposizione delle istituzioni, del mondo accademico e di quello economico i risultati dell’attività di ricerca svolta a livello locale. Oggi pomeriggio, dalle 16, la presentazione pubblica presso l’aula magna ‘Vincenzo Cuoco’ del dipartimento giuridico dell’Università degli Studi del Molise (I edificio polifunzionale, viale Manzoni).

Nel 2022 è proseguita la ripresa dell’attività economica in Molise dopo la forte flessione dovuta alla crisi pandemica, ma con un’intensità ancora inferiore rispetto all’Italia. La crescita, in attenuazione come nel resto del Paese, è stata sostenuta dall’espansione della domanda interna mentre si sono ridotte le vendite all’estero, soprattutto quelle dell’industria automobilistica.

Fulvia Focker, capo della filiale di Campobasso, e Marco Manile, nucleo per la ricerca economica

Le tensioni sui mercati delle materie prime e dei semilavorati, iniziate nel 2021 e acuite dallo scoppio del conflitto in Ucraina nel febbraio 2022, hanno comportato anche in Molise un significativo aumento dei costi di produzione e dei prezzi al consumo. I conseguenti interventi di restrizione monetaria si sono tradotti, anche in regione, in un rapido incremento del costo del credito per imprese e famiglie. Negli ultimi mesi dell’anno le quotazioni dei beni energetici sono tornate a diminuire ma su valori ancora superiori a quelli pre pandemici.

Nel 2022 l’attività economica è cresciuta in Molise del 3.1% e del 3.4% nel Mezzogiorno, a fronte dell’aumento del 3.7% indicato dall’Istat per l’Italia. Rispetto al livello del 2019, precedente la crisi pandemica, il prodotto regionale risulta ancora inferiore dell’1.5%, a fronte del pieno recupero rilevato per il Paese e per l’insieme delle regioni meridionali.

Il rallentamento della crescita produttiva è riconducibile principalmente al settore industriale, maggiormente colpito dai rincari energetici. Nel settore delle costruzioni i livelli di attività sono ancora sensibilmente cresciuti, su valori ampiamente superiori a quelli precedenti la pandemia, favoriti dal sostegno degli incentivi fiscali, a cui si aggiungerebbero nelle prospettive a breve termine gli effetti dell’attuazione dei progetti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Nell’ambito dei servizi privati, il commercio ha beneficiato dell’ulteriore incremento dei consumi, seppure frenato dall’inflazione, mentre il turismo ha registrato una lieve flessione delle presenze nelle strutture ricettive ma su livelli ancora superiori a quelli precedenti la pandemia.

I risultati reddituali delle imprese, nonostante gli effetti dei forti rincari energetici, sono rimasti nel complesso positivi, anche grazie al contestuale aumento dei prezzi di vendita.

Nel 2022 sono tornati a crescere gli occupati e la popolazione attiva, rimanendo tuttavia su livelli inferiori a quelli precedenti la crisi pandemica, anche per effetto del persistente calo demografico della regione. La crescita occupazionale si è concentrata sul lavoro dipendente e su quello femminile.

La ripresa dell’occupazione ha sostenuto la dinamica dei redditi nominali delle famiglie ma il forte aumento dei prezzi ha determinato una riduzione del potere di acquisto, soprattutto per i nuclei familiari più deboli.

In base a dati ancora provvisori, nel 2022 le spese per il settore sanitario, che rappresentano la componente principale della spesa primaria corrente della Regione, sono rimaste sostanzialmente invariate, dopo l’aumento del 4.1% registrato nell’anno precedente. La spesa per la gestione diretta è leggermente diminuita, a fronte di un lieve aumento della spesa in convenzione; su quest’ultima può avere influito la crescita delle prestazioni di specialistica ambulatoriale, che restano tuttavia ancora al di sotto del livello precedente l’emergenza sanitaria.

Il costo del personale è aumentato dell’1.4%, sostenuto dal rinnovo dei contratti del personale non dirigenziale. La spesa per l’acquisto di collaborazioni e consulenze sanitarie esterne è cresciuta nel 2020 in risposta all’emergenza sanitaria; nel biennio 2021- 2022 la sua incidenza sul totale del costo del personale era pari al 7.4%, un dato in aumento di 1.5 punti percentuali rispetto al biennio precedente la pandemia ma ancora inferiore rispetto alla media nazionale.

Tra il 2011 e il 2021 il personale delle strutture pubbliche è diminuito del 3% in media d’anno, a fronte della crescita dello 0.2% registrata a livello nazionale. La riduzione ha interessato sia il numero di medici e infermieri sia le altre figure professionali. Per il personale medico appare inoltre particolarmente rilevante il problema del ricambio generazionale: a fine 2021 il 45% dell’organico stabile operante presso strutture pubbliche aveva più di 60 anni di età, un valore superiore di 18 punti rispetto alla media nazionale e pari a quattro volte il dato del 2011.

Dal 2007 la sanità del Molise è sottoposta al Piano di rientro, al fine di riequilibrare la gestione economica e finanziaria del Sistema sanitario regionale (Ssr). Sulla base delle informazioni tratte dal rapporto di monitoraggio della spesa sanitaria pubblicato dal ministero dell’Economia e delle Finanze e aggiornato al 2021, il rapporto tra il disavanzo della gestione sanitaria e il finanziamento effettivo regionale era pari in Molise all’8.6%, un dato in peggioramento rispetto all’anno precedente (6.3%) e molto al di sopra del valore calcolato per l’insieme delle Regioni sottoposte a un Piano di rientro, passato dallo 0.2 allo 0.5%. Ne è conseguita l’applicazione automatica di ulteriori incrementi delle aliquote fiscali di Irap e addizionale regionale all’Irpef per il 2022, nonché il divieto di effettuare spese non obbligatorie da parte del bilancio regionale fino al 31 dicembre 2023.

Per quanto riguarda invece le risorse del PNRR e del PNC a livello regionale, analizzando l’esito dei bandi e i decreti per l’attribuzione delle risorse del PNRR e del Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR (PNC), alla data del 22 maggio 2023 risultavano assegnati a soggetti attuatori pubblici quasi 970 milioni di euro (di cui 872 dal PNRR e 97 dal PNC) per interventi da realizzare in Molise, lo 0.9% del totale nazionale.

In rapporto alla popolazione i fondi finora assegnati ammontano a poco più di 3.300 euro pro capite, un valore superiore alla media nazionale e a quella del Mezzogiorno (circa 1.900 e 2.400 euro, rispettivamente). L’entità delle differenze territoriali potrà variare fino alla completa assegnazione delle risorse ed è in parte collegata alla struttura dei Piani, che allocano risorse rilevanti a specifici ambiti territoriali, quali ad esempio il vincolo di destinazione di almeno il 40% delle risorse alle regioni meridionali.

Tra le diverse missioni in cui si articolano i Piani, poco più di un terzo delle risorse disponibili per il Molise sono dedicate agli interventi volti a favorire la transizione ecologica (missione 2) e quasi un quarto a quelli per l’inclusione e coesione sociale (missione 5). I progetti più significativi sul piano finanziario sono quelli relativi alla messa in sicurezza del territorio, agli asili nido e scuole dell’infanzia, all’ammodernamento della rete ferroviaria e alla riqualificazione dei centri urbani (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare, PinQua).

Per il 37% delle risorse finora assegnate la responsabilità di gestione fa capo ai Comuni, per il 27% alla Regione Molise, valori superiori alla media nazionale e del Mezzogiorno; agli operatori nazionali (enti pubblici e società partecipate) è assegnato circa il 18% delle risorse, contro circa il 30% di Italia e Mezzogiorno.

Nell’attuazione dei piani, per gli interventi che richiedono l’esecuzione di lavori o la fornitura di beni o servizi, la fase successiva a quella dell’assegnazione delle risorse è costituita dallo svolgimento delle gare di appalto o dalla stipula di contratti. Tra gennaio 2021 e aprile 2023 le amministrazioni locali molisane hanno bandito gare relative al PNRR per un importo stimato di 163 milioni di euro, circa un quarto degli importi che queste dovranno porre a gara. Rispetto alle risorse assegnate, le Province molisane hanno avviato gare in misura relativamente maggiore rispetto alle altre amministrazioni e alle altre Province italiane.

Il 64% dei bandi ha riguardato contratti aventi ad oggetto la prestazione di servizi; in termini di importi risultano però più rilevanti quelli relativi alla realizzazione di lavori (83% del totale). In questo ambito, i bandi di importo elevato, ossia superiore a un milione di euro, hanno assorbito circa un quarto delle risorse, una quota molto inferiore nel confronto con l’Italia e il Mezzogiorno (72 e 69%, rispettivamente); in Molise la gran parte delle risorse è stata invece destinata a bandi di importo intermedio, tra 150.000 e un milione di euro.

Le amministrazioni locali, e in particolar modo i Comuni, sono dunque chiamati a svolgere un ruolo centrale nell’attuazione degli interventi finanziati dai Piani, il cui successo dipenderà dalla loro capacità di svolgere in tempi relativamente brevi tutte le fasi necessarie all’utilizzo delle risorse, dalla progettazione alla effettiva realizzazione dei progetti.

Una possibile misura dell’entità dello sforzo richiesto alle amministrazioni locali è data dal confronto tra le assegnazioni ricevute, ripartite nel periodo 2023-26, e gli esborsi medi per investimenti del triennio precedente la pandemia. Ipotizzando la piena additività degli interventi finanziati dai Piani rispetto al livello ordinario della spesa rappresentato dalla media pre-pandemica, i Comuni molisani dovrebbero incrementare i loro esborsi annui di una percentuale compresa tra l’82 e il 109%, valori superiori a quelli stimati per l’Italia e il Mezzogiorno.

Più letti

Tra fede e tradizione Rionero celebra i santi Mariano e Giacomo

Il programma del 29 e  30 aprile RIONERO SANNITICO. Un culto antico quello che lega la comunità di Rionero Sannitico ai santi Mariano e Giacomo....
spot_img
spot_img
spot_img