Presentata l’opera di Ferdinando Carmosino, medico con la passione per la storia. Il racconto dei giorni più bui vissuti dalla comunità da tramandare alle future generazioni


RIONERO SANNITICO. Sono 75 i rioneresi che persero la vita nel corso dei due conflitti mondiali. Ed è proprio al loro ricordo che Ferdinando Carmosino, medico con la passione per la storia, ha voluto dedicare il suo ultimo libro ‘L’orrore delle guerre, l’onore dei caduti’. L’opera è stata presentata ieri nella chiesa di San Bartolomeo Apostolo, nel corso dell’evento ‘Musica e Parole’ che ha visto la partecipazione del baritono Enrico Di Geronimo, riscuotendo grande apprezzamento. Perché in quelle pagine ci sono nomi e storie, di padri e di nonni, che la memoria collettiva non può e non deve perdere. E che rappresenta un dono prezioso per le future generazioni.

Scegliere di pubblicare il libro proprio in questo momento non è certo casuale. L’8 novembre di 80 anni fa il paese venne devastato dai tedeschi.

“ Rionero – spiega l’autore –  ricorda i suoi caduti con le tre lapidi  che indicano i nomi dei concittadini scomparsi, niente più.  Ho pensato che potesse essere cosa buona indicare almeno  quanti anni avevano, dove finirono i loro giorni e, come si dice dalle nostre parti, ‘a chi appartenevano’. Partendo da quelle lapidi ho consultato i registri comunali e parrocchiali, i fogli matricolari dei  soldati presenti presso l’Archivio di Stato di Campobasso, la banca  dati dei caduti presso gli archivi del Ministero della Difesa. Incrociando i dati che, per fortuna, quasi sempre collimavano, è stato possibile stabilire con certezza quasi assoluta perlomeno la data di nascita e di morte dei singoli rioneresi di cui parlo nel libro. Al  termine del lavoro pubblico i tre elenchi aggiornati, nella speranza  di non aver dimenticato nessuno e consapevole che chi muore a  causa della guerra vive finché viene ricordato dal popolo che resta e che ne riconosce il sacrificio. Perché il sangue versato in guerra non coagula mai”.

“In questo libro – scrive nella prefazione il docente Unimol Fabrizio Nocera – Rionero diventa il riflesso vivido del nostro passato, un luogo dove il filo della memoria viene riavvolto per riscoprire la nostra comunità. In questo modo, la nostra realtà presente si svela in una luce più nitida e comprensibile. La narrazione del testo penetra profondamente nell’animo di  coloro che hanno vissuto quel drammatico periodo riportando la precisione del racconto, ma anche i sentimenti struggenti che ne  permeano ogni pagina. Non solo coloro che hanno vissuto direttamente gli episodi dolorosi, ma anche quelli che li hanno vissuti in modo mediato, attraverso lettere, racconti e ricordi, si sentiranno  profondamente coinvolti in questo racconto. Carmosino, con la sua magistrale penna, riesce a far rivivere l’anima del Molise in tempi oscuri, quelli della Seconda guerra mondiale, quando la battaglia raggiunse le nostre terre dopo l’armistizio. Il suo saggio è uno scrigno di tesori, una raccolta di storie di uomini e  donne che ci appartengono come molisani. Ogni nome inciso nella pietra dei caduti richiama alla mente il loro sacrificio immenso e ci fa sentire la responsabilità di portare avanti la loro memoria. Questo lavoro è un monito alle future generazioni, affinché non si ripeta più la storia del passato. Il futuro, illuminato dalla saggezza della conoscenza, deve diventare un posto migliore in cui poter  vivere”.