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Muore in uno schianto sulla SS17, i familiari invocano accertamenti tecnici e una perizia sul cellullare dell’indagato  

L’appello alla Procura di Isernia contenuto in una nota della società Valore Spa che assiste i congiunti della vittima Giuseppe Fragolini per il risarcimento danni


CAMPOBASSO/ISERNIA. Cercano risposte per fare piena luce sull’incidente in cui ha perso la vita il 26enne campobassano Giuseppe Fragolini, travolto da un’auto sulla SS17 mentre viaggiava a bordo della sua moto. A parlare sono i familiari del giovane che, attraverso la società Valore Spa, che si occupa della tutela dei loro diritti e della pratica per il risarcimento danni, auspicano che la Procura di Isernia disponga una consulenza tecnica cinematica per accertare le modalità dello schianto e una perizia sul cellullare dell’indagato per capire se al momento dello scontro fosse distratto dallo smartphone.

Nella vicenda, infatti, è finito sotto inchiesta, per omicidio stradale, il conducente della vettura che ha impattato con il biker.

https://www.isnews.it/2023/09/17/schianto-auto-moto-muore-un-giovane-sulla-statale-17/I fatti, si ricorda, risalgono a domenica 17 settembre, poco dopo le 13. Fragiolini viaggiava in sella alla sua Honda Hornet sulla Statale, in compagnia di altri amici motociclisti, in direzione Campobasso quando, all’altezza di uno svincolo in territorio di Castelpetroso, il conducente di una Jeep Renegade (un 66enne romano, ndr), che proveniva dalla direzione opposta, ha girato a sinistra, con striscia continua, tagliandogli di fatto la strada. E per Giuseppe non c’è stato nulla da fare.

Il Pubblico Ministero della Procura di Isernia, Marco Gaeta, alla luce dei rilievi effettuati dalla Polizia Stradale, ha quindi – come detto – iscritto nel registro degli indagati l’uomo che guidava la Jeep, ha convalidato il sequestro dei mezzi e disposto quello degli smartphone in uso sia all’automobilista che al motociclista.

I familiari di Fragolini, per approfondire l’esatta dinamica del sinistro, hanno già messo in campo un proprio perito, l’ingegner Pietro Pallotti. Ed ora sperano che gli organi inquirenti procedano all’accertamento dei fatti. “Cercano, – si legge in una nota – prima ancora che giustizia, risposte e verità”.

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