Il trionfo all’Olimpico dell’Inter ai danni della Lazio crea la prima mini fuga dei nerazzurri, ora con quattro punti in più rispetto alla Juventus


di Matteo Mongiello

Il trionfo all’Olimpico dell’Inter ai danni della Lazio crea la prima mini fuga dei nerazzurri, ora con quattro punti in più rispetto alla Juventus, fermata sull’ 1-1 dal Genoa – e dal VAR- a Marassi; scontro diretto fondamentale vinto dal Bologna con la Roma per rimanere davanti a Milan, Napoli, Fiorentina e Atalanta, tutte e quattro vittoriose su Monza, Cagliari, Verona e Salernitana.

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UNA REAZIONE D’ORGOGLIO. In una delle settimane più buie della gestione Pioli, rischiarita solamente dal ritorno in rossonero da dirigente di Zlatan Ibrahimovic, serviva un segnale forte per mettersi alle spalle l’eliminazione dalla Champions e, il dominio nella prima ufficiale tra le due società tanto amate dal compianto Silvio Berlusconi, è fondamentale per alleggerire la pesante aria che avvolge Casa Milan.

Nell’ennesima giornata condita da problemi fisici per i rossoneri – che perdono Pobega a metà primo tempo e Okafor dopo la rete del 3-0 proprio dello svizzero- a brillare è finalmente Tijani Reijnders con un super gol ma specialmente la nuova stella di Jan Carlo Simic, difensore classe 2005 subentrato a Pobega, che realizza al debutto la prima rete in carriera tra i professionisti e regala una domenica di sollievo ed entusiasmo al popolo della curva Sud, oramai in contestazione prolungata sulla scelta di mantenere Pioli come condottiero sulla panchina del Milan.

LA SARACINESCA VIOLA. Basta un episodio per trasformare una giornata da incubo in una delle migliori della propria vita e, per Pietro Terracciano, il fallo da rigore commesso appena dopo due minuti si è trasformato in un sogno.

Dopo aver neutralizzato e ipnotizzato dal dischetto Milan Djuric, l’estremo difensore viola ha ingaggiato una vera e propria sfida con Ngonge, negando all’attaccante belga per ben tre volte la gioia della rete da distanza ravvicinata e compiendo ben sette miracoli, che sono valsi la ‘palma’ di migliore in campo e il clean sheet, finalizzato al meglio da Lucas Beltran che regala tre punti nella sfida al Verona, in una delle pochissime sortite offensive della squadra di Italiano, in difficoltà e in carenza di energie dopo le fatiche europee a metà settimana.

È TORNATO LUISITO. Problemi fisici, ripetute noie muscolari, forma fisica più volte da dover ricostruire e l’arrivo di Scamacca sono tutti fattori che vedevano, ai nastri di partenza di questa stagione, Luis Muriel sempre più lontano dal progetto Atalanta e dai piani di Gian Piero Gasperini, bravissimo però a credere in lui e a concedergli un’occasione – complice anche l’infortunio proprio di Scamacca- che il colombiano ha saputo sfruttare al meglio.

Il classe ’91, gettato nella mischia sabato scorso nella sfida al Milan nei minuti finali, ha prima realizzato con una magia di tacco la rete del definitivo 3-2, ha poi superato Josip Ilicic -diventando il miglior marcatore della storia europea della Dea- con la doppietta al Rakow di giovedì in Europa League e infine ha risollevato i bergamaschi dando il via alla rimonta sulla Salernitana con una ‘mina’ imparabile per Costil all’alba della ripresa, lanciando un chiaro segnale al ‘Gasp’ di voler lottare per una maglia da titolare anche quest’anno.

FLOP

CANCELLARE E RIPARTIRE. Per un portiere che sale e diventa protagonista ed eroe di giornata, c’è un portiere che crolla e condanna la sua squadra ad una dolorosa sconfitta ed è il caso di Stefano Turati che, al Via del Mare di Lecce, è incappato in una delle peggiori prestazioni della sua carriera, portando alla sconfitta il suo Frosinone.

Il nativo di Milano inizia follemente la sua partita eseguendo un passaggio fuori misura e servendo il pallone a Banda, bravissimo a trovare Piccoli che si gira e colpisce verso la porta bucando proprio l’estremo difensore, disattento anche nell’esecuzione della parata, lasciandosi così sfuggire il pallone da sotto il braccio e regalando ai pugliesi il vantaggio.

In una sfida già nata ‘sotto una cattiva stella’ non poteva esserci epilogo peggiore di annullare il momentaneo pareggio del suo compagno Kaio Jorge – arrivato su calcio di rigore gentilmente concesso da Soule- con una ‘papera’ su un tiro apparentemente facile da intercettare di Ramadani, e che invece Turati si vede lasciar sfuggire dalle mani e terminare nella rete, riportando in svantaggio definitivo i suoi e concludendo al peggio una delle giornate più complicate da dimenticare nella carriera del giovane classe 2001.

DUE PESI DUE MISURE. Nell’ormai onnipresente riquadro dedicato al mancato, o errato, utilizzo del VAR finisce nella lente d’ingrandimento, in questa sedicesima giornata, il confronto tra il rosso non assegnato a Malinovskyi nella sfida Genoa-Juve e quello invece rifilato a Payero in Udinese-Sassuolo.

In una serata da horror del VAR– l’ennesima- a Marassi, dove manca anche un rigore solare alla Juventus per tocco di mano di Bani, il fallo allo scadere dell’ucraino – un entrata con il piede a martello sulla caviglia di Yildiz- viene sanzionato solamente con il giallo da Massa, che non viene neanche richiamato dalla sala, compiendo così un errore macroscopico.

Gestione del VAR perfetta invece per quanto riguarda un fallo simile di Payero alla Dacia arena, in ritardo sul pallone e impossibilitato nel frenare la corsa, colpendo così Erlic e ottenendo un cartellino giallo; il VAR Irrati – probabilmente il migliore in Italia al momento- è perfetto e richiama Manganiello allo schermo, portando così a un cambio di decisione e lasciando in dieci uomini l’Udinese, in un episodio che si trasformerà nello spartiacque della partita e permetterà ai neroverdi di recuperare il doppio svantaggio.