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Regionali, sbarramento al 5%: Campolieti e Di Baggio si appellano alla Corte europea dei diritti dell’uomo

Dopo la bocciatura in Consiglio di Stato, i due candidati in liste civiche alle ultime elezioni proseguono la loro battaglia per il riconoscimento di incostituzionalità della legge elettorale del Molise


CAMPOBASSO/ISERNIA. Dopo la bocciatura del ricorso in Consiglio di Stato, prosegue la battaglia di Donato Campolieti e Domenico Di Baggio sull’incostituzionalità della legge elettorale del Molise “per lesione del principio di rappresentanza”, a causa della soglia di sbarramento al 5% che ha lasciato fuori dai giochi le liste civiche ‘minori’, tra cui quelle in cui i ricorrenti si sono candidati sfiorando l’elezione.

Campolieti e Di Baggio annunciano, infatti, di essere determinati a rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

“Bene fanno i signori Salvatore e Primiani, per la propria posizione di consiglieri regionali, a esultare sul merito della pronuncia del Consiglio di Stato circa la legittimità costituzionale della legge elettorale – affermano – Tuttavia questa è una sconfitta, l’ennesima perpetrata nei confronti dei cittadini elettori purtroppo solo passivi. Peraltro, ricordiamo che durante la scorsa legislatura regionale, proprio i loro stessi partiti di appartenenza si scagliarono ‘giustamente’ contro questa legge elettorale denominata all’ epoca ‘taglia civiche’. Pertanto, Pd e M5S godono della nostra stima”. Detto ciò l’annuncio: “Anche noi – proseguono Campolieti e Di Baggio – ci siamo rivolti ad uno staff di giuristi del settore: insieme allo studio Iacovino, abbiamo affidato la consulenza al compianto professor Besostri e al professor Alfonso Celotto, due grandi esperti di diritto costituzionale. Entrambi ci hanno confermato l’irragionevolezza delle soglie di sbarramento al 5% per le liste in coalizione, coalizione che a loro volta avevano già uno sbarramento al 8%. Una lista da sola concorreva quasi al quoziente di una coalizione e quindi dov’è la ragionevolezza di produrre due soglie di sbarramento una all’ interno dell’altra quasi equivalenti. Tutto questo ha ottenuto un solo scopo: tagliare tutte le rappresentanze minori a favore solo dei partiti maggioritari, in totale disprezzo dell’art.1 della Costituzione italiana e quindi del diritto alla rappresentatività politica da parte del cittadino.

12.000 voti di cittadini molisani sono stati così ignorati a fronte di circa soli 150.000 che si sono recati alle urne. Per questo motivo, rinnovando ancora gli auguri ai consiglieri Salvatore e Primiani, precisiamo che possono restare tranquilli, poiché il nostro interesse non sono le loro poltrone ma difendere i diritti dei cittadini. Ci saremo aspettati per questo, in rispetto della linea intrapresa prima delle elezioni dai loro partiti PD e Cinque Stelle, che al tifo da stadio ci fosse stata una sobria presa di atto della sentenza e una promessa di rivisitazione agli elettori per la prossima legislatura questa legge elettorale. Pertanto, sebbene i tempi siano lunghi, – concludono – abbiamo deciso, con un collegio di giuristi di farlo noi stessi appellandoci alla Corte europea dei diritti dell’uomo, esclusivamente per difendere un diritto fondamentale dei cittadini e dimostrare che le nostre istanze in realtà erano fondate. Purtroppo la giustizia amministrativa italiana è molto cauta nelle scelte, di più quando queste avrebbero potuto mettere in discussione non solo due seggi ma le elezioni stesse, se la corte costituzionale avesse dichiarato la legge del Molise incostituzionale”.

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