I segretari di Campobasso e Isernia si scagliano contro la gestione regionale “inefficiente sul piano politico e organizzativo”.
C’è anche il Partito Socialista delle province di Campobasso e Isernia nella nutrita schiera di chi accusa la Regione Molise di inefficienza politica e organizzativa sul fronte sanità e gestione della pandemia.
Si legge in una nota inviata dai due segretari Matteo D’Errico (Campobasso) ed Eugenio Procaccini (Isernia): “Il sistema sanitario pubblico regionale, per la maggioranza di centrodestra, non merita neppure di avere un assessore alla guida, sta mostrando tutte le sue debolezze e non è in grado di fronteggiare l’emergenza producendo situazioni di rischio per pazienti e operatori.
“L’ospedale Covid al Cardarelli non è stato realizzato, così come è caduto nel dimenticatoio il centro Covid al Vietri di Larino e si continua temporeggiare nel riconoscere ospedale di area disagiata il San Francesco Caracciolo di Agnone.
Prosegue le nota: “E’ necessario porre fine alle aziendalizzazioni e alla strisciante privatizzazione della e nella sanità pubblica, spostando ingenti risorse organizzative e finanziarie da questa alla sanità convenzionata. Hanno sottomesso la salute ai tagli di bilancio, affidati ai cosiddetti manager e anche ai cosiddetti commissari e sub-commissari spesso totalmente estranei dalla realtà locale. La salute è un diritto costituzionale, non è un ‘prodotto’. La sanità non può essere una prerogativa affidata alle regioni – concludono i socialisti – Deve valere ovunque sul territorio nazionale”.
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