E con lui i componenti della Giunta e dell’area tecnica dell’ente all’epoca dei fatti. Il pronunciamento del Tribunale di Larino
CAMPOBASSO. Falso ideologico e tentata truffa ai danni dello Stato, per i fatti che riguardano la ricostruzione post sisma assolti l’ex sindaco di Guardialfiera Remo Grande, unitamente alla Giunta comunale e ai funzionari dell’area Tecnica, dell’ente all’epoca dei fatti. A difenderli gli avvocati Giuseppe Ruta e Roberto Iammatteo dello studio legale ‘Ruta & Associati’ e l’evvocato Costantino D’Angelo.
La vicenda era cominciata in seguito ad un esposto depositato, presso la Procura della Repubblica di Larino, da un cittadino di Guardialfiera che più volte ha denunciato alla magistratura frentana presunte irregolarità da parte dell’amministrazione comunale di Guardialfiera (all’epoca dei fatti guidata da Grande) sia nella gestione che nell’assegnazione dei contributi necessari alla ricostruzione post-sisma nell’area del ‘cratere’.
Il Tribunale di Larino, all’esito dell’istruttoria dibattimentale, nonostante la richieste di condanna in relazione ad alcuni capi di imputazione avanzate sia dalla Procura sia dal Comune di Guardialfiera (amministrazione Tozzi), che si è costituito parte civile nel processo penale, ha ritenuto di assolvere con la formula più ampia tutti gli imputati, per insussistenza dei fatti così come peraltro già avvenuto con precedente sentenza dello stesso Tribunale di Larino, confermata in sede di appello con sentenza della Corte di Appello di Campobasso, passata in giudicato .
“Una vicenda – hanno fatto sapere i legali – che, pertanto, avrebbe potuto già chiarirsi per tempo evitando inutili e defatiganti processi pregiudizievoli anche alla salvaguardia di interessi pubblici. Si chiude un altro capitolo di una vicenda giudiziaria che da oltre dieci anni vede, loro malgrado, interessati gli ex amministratori del Comune di Guardialfiera che, nonostante i numerosi esposti nei loro riguardi sfociati in altrettanti processi penali, sono stati sempre assolti dimostrando la correttezza del loro operato posto in essere nell’interesse esclusivo della cosa pubblica”.
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