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L’acqua di Campobasso è ottima, ma le condutture perdono il 40 per cento

Come sempre ottimo il responso del rapporto annuale sulla qualità dell’acqua della rete pubblica cittadina.


CAMPOBASSO. Chi non abita a Campobasso non può immaginare quanto sia buona l’aqua che sgorga dai rubinetti cittadini. Fresca e dalle ottime proprietà oligominerali, è quasi un dono di natura in questi tempi così complicati sul piano ambientale e infrastrutturale.

Lo conferma ancora una volta il rapporto annuale sulla qualità dell’acqua della rete pubblica di Campobasso, pubblicato come sempre  in occasione del #WorldWaterDay.

La tabella di sintesi è stata elaborata da Idrosfera e pubblicata sul sito del Comune di Campobasso. Alla portata di tutti, ci sno i risultati dei costanti monitoraggi dell’acqua pubblica, che confermano una volta di l’assoluta qualità e le ricche proprietà.

“Anche nel rapporto di quest’anno – sottolinea l’assessore all’Ambiente, Simone Cretella – la nostra acqua si classifica nella categoria ‘oligominerale’ o ‘leggermente mineralizzata’, assolutamente adatta all’uso potabile quotidiano.

A garanzia del consumatore, nel 2020 sono stati effettuati ben 144 campioni, con relative analisi laboratoriali, e 96 controlli ispettivi dei manufatti dell’acquedotto, con esiti sempre perfettamente in linea con gli standard fissati dalle normative”. 

Il problema vero resta quello delle perdite che nel complesso sono del 60 per cento: 40 da condutture mal funzionanti e 20 da perdite ‘amministrative’ per esempio contatori rotti e uso dell’acqua pubblica non corretto. Negli ultimi anni le perdite sono in calo, ma il dato resta importante e preoccupante.

Grande attenzione è stata dedicata anche alla trasparenza e all’accessibilità dei dati, in particolare grazie ad una nuova mappa interattiva dalla quale sono facilmente individuabili le sorgenti di approvvigionamento delle diverse zone della città. In tal modo ogni cittadino potrà accedere a tutte le informazioni relative all’acqua del proprio rubinetto di casa il cui consumo, anziché quella imbottigliata, oltre ad essere una soluzione a costo praticamente ‘zero’, è anche un segnale di attenzione all’ambiente; azzerare l’uso di bottiglie di plastica consente infatti un notevole risparmio di risorse e contribuisce in maniera sensibile alla riduzione della produzione dei rifiuti.

“L’acqua dei nostri rubinetti – ha spiegato Cretella – porta benefici alle nostre vite e abbiamo il dovere di valorizzarla e salvaguardarla adeguatamente.

Importante riflettere sul fatto che c’è un legame indissolubile che lega l’acqua e i cambiamenti climatici. – ha aggiunto Cretella – gli effetti di questi ultimi, quali per esempio gli eventi meteorologici estremi, possono rendere l’acqua più scarsa, più imprevedibile e più inquinata. Ora più che mai, anche nell’ottica di una concreta transizione ecologica, è fondamentale garantire che la gestione delle risorse idriche resti fuori dalle logiche dell’economia di mercato e rimanga saldamente ispirata al rispetto dei beni comuni e dei diritti fondamentali della nostra e delle future generazioni”.

 

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