HomeNotizieCRONACALa Cassazione non fa sconti: 30 anni per l'infermiera killer di Venafro

La Cassazione non fa sconti: 30 anni per l’infermiera killer di Venafro

La Suprema Corte conferma il verdetto. La donna uccise un 76enne lungodegente spruzzandogli acido solforico in gola con una siringa


ROMA.  Trent’anni anche in Cassazione per Anna Minchella, l’infermiera venafrana accusata dell’omicidio di un anziano di 76 anni di Pratella, Celestino Valentino, che assisteva presso l’ospedale Santissimo Rosario.

La donna, oggi 48enne, era stata condannata in primo grado dal tribunale di Isernia nel giugno 2019, pena confermata in Appello sei mesi dopo. Per lei anche un risarcimento di mezzo milione di euro da pagare in favore delle parti civili. L’omicidio avvenne il 22 giugno del 2016 con un’iniezione di acido cloridrico acquistato in un negozio e spruzzato in bocca all’uomo, lungodegente. Una morte terribile, dopo sette giorni di agonia, che fu provocata verosimilmente per un sentimento di vendetta maturato dalla donna nei confronti di una sua collega, figlia del pensionato. In pratica, la collega era rimasta in servizio a Venafro grazie alla legge 104 avendo il padre malato, mentre Minchella era stata trasferita al Veneziale di Isernia. A incastrarla, le telecamere di videosorveglianza in un negozio, dove fu vista mentre acquistava una bottiglia dell’acido utilizzato per uccidere il pensionato.

Nel giugno 2019, il giudice per le indagini preliminari Arlen Picano, con il proprio pronunciamento, aveva di fatto accolto l’istanza del procuratore capo Carlo Fucci, considerato lo sconto di un terzo della pena con rito abbreviato. Il procuratore del capoluogo pentro aveva infatti chiesto l’ergastolo. Il giudice, nell’occasione, aveva riconosciuto tutte le aggravanti del caso, nello specifico l’uso di sostanze venefiche, la crudeltà e l’azione nei confronti di una persona indifesa.

Una sentenza accolta con sollievo dei familiari della vittima, assistiti dall’avvocato di parte civile Alfredo Ricci, il quale parlò di “sentenza tecnicamente giusta”. Diversamente, il legale dell’imputata, Marciano Moscardino, si disse pronto a impugnare la decisione, nutrendo “dubbi in ordine alla responsabilità della Minchella”.

Ma ad oggi quel verdetto è stato definitivamente confermato.

 

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