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Registro dei tumori, arriva la legge. Dopo anni di attesa oggi il voto in Consiglio regionale

L’accordo è stato raggiunto sul testo unificato che ha messo insieme tre diverse proposte di legge. Il provvedimento atteso da anni, per passare dallo studio dei dati agli interventi per la prevenzione delle malattie. Il voto all’unanimità. Fuori dall’aula la protesta del sindaco di Venafro Sorbo, per i ritardi nei finanziamenti destinati alla messa in sicurezza delle scuole


CAMPOBASSO. Un impegno per la salute dei cittadini e una battaglia di civiltà. Il Consiglio regionale ha approvato la legge che istituisce il Registro dei tumori e delle patologie di rilevante interesse sanitario. Il voto, all’unanimità, nella seduta di oggi dell’assemblea di Palazzo D’Aimmo, sul testo unificato che ha messo insieme le tre distinte proposte di legge, dei consiglieri Salvatore Micone e Salvatore Ciocca, della consigliera Nunzia Lattanzio e dell’assessore Vittorino Facciolla.

Accordo che ha di fatto sbloccato un provvedimento atteso da anni, ritenuto indispensabile per realizzare un archivio informatizzato, che consenta di conoscere con esattezza il numero e il tipo di patologie presenti sul territorio e avviare gli interventi di prevenzione sanitaria prima e poi di cura.

“Un segnale forte e positivo – lo ha definito la presidente della quarta commissione Nunzia Lattanzio – indicativo di un’azione di governo che, a dispetto di quanti “con pensieri, parole, opere e omissioni” cercano quotidianamente di demolirne ogni aspetto, lavora per la collettività, portando a compimento iniziative che apparivano impossibili da raggiungere per passare dallo studio dei dati dei pazienti affetti da malattie neoplastiche, agli interventi per la prevenzione sanitaria delle malattie”.

Di risultato importante ha parlato anche il M5s. “Da anni – hanno dichiarato i consiglieri pentastellati Federico e Manzochiedevamo l’entrata a regime del Registro dei tumori. Quello di oggi è sicuramente un passo avanti, ma la legge arriva tardi e il suo semplice varo da solo non può nulla se non seguirà una direttiva immediata della Giunta, che la renda efficace”.

“Posto che molto deve essere ancora fatto in materia di tutela della salute – ha rimarcato il capogruppo del Pd Massimiliano Scarabeo – l’importanza dell’attivazione del Registro dei Tumori deve rappresentare l’elemento cardine della prevenzione su cui basare le azioni relative alla salvaguardia della salute pubblica. Prima entreranno veramente in funzione – ha aggiunto – prima conosceremo in maniera più capillare, lo stato in cui versa l’ambiente, il terreno e l’acqua di questa regione. Soprattutto per l’Area della Piana di Venafro, che più di ogni altro territorio sta vivendo un momento terribile dovuto ai pericoli derivanti dall’inquinamento”.

Meglio tardi che mai – ha invece affermato Michele Iorio – anche se non possiamo permetterci una legge ‘manifesto’, senza copertura finanziaria. Propongo di inserire il resgistro nel Fondo sanitario regionale, in quanto è già parte di indagini epidemiologiche, visto che è difficile inserirlo nel fondo regionale perché dovrebbe passare per il ‘famigerato’ tavolo tecnico a Roma”.

Il dibattito sull’istituzione del Registro dei tumori ha impegnato buona parte dei lavori di oggi del Consiglio regionale. Mentre l’aula era in riunione fuori dall’aula la protesta del sindaco di Venafro Antonio Sorbo.

“Chiedo come mai la Regione – ha dichiarato Sorbo – nonostante le promesse in sede pubblica del presidente Frattura, non abbia ancora messo al bilancio quei famosi 2 milioni e mezzo, già messi a delibera nel 2011, che riguardano le somme per rimettere a posto due edifici scolastici, chiusi in seguito ai terremoti del 2002 e del 2009. Sono quindici anni che i ragazzi stanno nei moduli prefabbricati, quando ci sarebbero dovuti restare sei mesi. Chiediamo a Frattura e Nagni di mantenere le promesse”.

“Questa è una storia che si trascina dal 2011, dal precedente governo regionale – la replica di Nagni – occorre mettere a posto le carte dal punto di vista tecnico. Si vuole confondere la questione tecnica con quella politica”.

C.S.

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