HomeNotiziePOLITICA & ATTUALITA'Isernia, paralisi in IV Commissione: dimissioni di massa, contestata la presidenza

Isernia, paralisi in IV Commissione: dimissioni di massa, contestata la presidenza

Stallo dal 22 dicembre: la maggioranza non ha i numeri per prevalere nell’organo consiliare, ma non riconosce come legittima la nomina della leghista Barbato al vertice al posto di Pitisci di Fratelli d’Italia, unica ancora in carica insieme a Calenda

di Pasquale Bartolomeo

ISERNIA. Dimissioni di massa in IV Commissione consiliare permanente al Comune di Isernia. In questi giorni era prevista la riunione dell’organo competente in materia di Affari generali e Personale, che doveva discutere un semplice argomento ordinario, ovvero il Nuovo schema di convenzione che i Comuni che aderiscono al Suap devono sottoscrivere.

Ma la commissione non si riunirà, con i suoi membri – 6 su 8, ovvero Irma Barbato, Maria Maddalena Cocozza, Vittoria Succi, Francesca Bruno, Giovancarmine Mancini e Rita Formichelli, tranne Rossella Pitisci e Filomena Calenda – che hanno dato luogo a un gesto clamoroso, formalizzando l’abbandono dell’organo consultivo.

Il motivo: la contestazione verso il presidente del Consiglio Giuseppe Lombardozzi – responsabile del funzionamento e della composizione della commissioni – che non ha dato seguito all’elezione del nuovo presidente Irma Barbato (Lega).

Ma facciamo un passo indietro. Lo scorso 22 dicembre, in IV commissione, viene votata una presunta sfiducia alla presidente in carica Rossella Pitisci, rappresentante di Fratelli d’Italia. Un blitz favorito dal fatto che, a seguito dei cambi di casacca avvenuti dall’inizio della consiliatura, ben 7 membri su 8 della IV Commissione sono ormai arruolati nelle file della minoranza: Irma Barbato, Maria Maddalena Cocozza, Vittoria Succi, Francesca Bruno, Mena Calenda, Giovancarmine Mancini e Rita Formichelli, con la sola Pitisci a rappresentare invece la maggioranza. Calenda, tuttavia – all’epoca semplice consigliere regionale e da poche settimane assessore della Giunta Toma – prese successivamente le distanze dall’azione intrapresa dai colleghi commissari, che resero noto, il 12 gennaio, di aver votato un nuovo presidente, la leghista Irma Barbato, confermando Giovancarmine Mancini di Alleanza per il Futuro nel ruolo di vicepresidente (dimessosi da tale carica il 22 dicembre e rifiutando di fare egli stesso il presidente).

Tuttavia, la sfiducia del presidente di commissione non è contemplata dal regolamento comunale. E Fratelli d’Italia, di mollare la presidenza, non ha mai voluto sentire parlare, anzi: aveva sollecitato a Lombardozzi il riequilibrio della composizione della IV Commissione, che proporzionalmente dovrebbe essere costituita da 5 esponenti della maggioranza e 3 dell’opposizione. Ma le continue migrazioni interne a Palazzo San Francesco hanno complicato non poco la questione, visto che il regolamento comunale dice che ogni consigliere deve far parte di almeno una commissione.

Senza contare il caso tutto interno a Fratelli d’Italia: Mancini, pur eletto nelle file della lista civica Alleanza per il Futuro e fiero membro dell’opposizione, risulta essere tesserato con il partito della Meloni (oltre che vice responsabile nazionale enti locali). Proprio come Pitisci, che invece siede nelle file della maggioranza. Una divergenza che potrebbe costare anche l’espulsione, ma lui si è sempre detto pronto ad affrontare a testa alta eventuali provvedimenti, visto che a Palazzo san Francesco Forza Italia e la Lega sono all’opposizione, mentre Fdi cinque anni fa fu l’unico partito nazionale a sostenere d’Apollonio e Mancini si candidò con la lista civica di cui fu ideatore, Alleanza per il Futuro.

Anche il sindaco Giacomo d’Apollonio, sul caos avvenuto tra dicembre e gennaio scorsi in IV Commissione, prese una posizione chiara bollando come illegittima la mozione di sfiducia dei commissari e non riconoscendo la nuova configurazione emersa. Ma Formichelli e gli altri consiglieri oggi dimissionari, preso atto dell’impossibilità di rivedere la composizione delle commissioni in quanto, allo stato, la maggioranza non ha i numeri per garantirsi la prevalenza numerica all’interno delle stesse – prova ne è la II Commissione, che vede presidente Gianni Fantozzi dei Popolari, da tempo all’opposizione – ha sempre contestato la ricostruzione data dall’amministrazione. In pratica, Pitisci non sarebbe mai stata sfiduciata, ma in seguito a una nota dell’assessore Linda Dall’Olio alla stessa presidente, avrebbe manifestato la volontà di volersi dimettere e, comunque, di non voler ricoprire più il ruolo per il quale l’assessore l’aveva sfiduciata. La Commissione avrebbe proceduto a regolare votazione, la stessa Pitisci avrebbe votato e firmato il verbale e non avrebbe neanche mai chiesto di annullare la delibera del 22 dicembre né di revocarla.

Di fronte a uno stallo lungo 5 mesi, oggi sono alfine arrivate le dimissioni di massa. La IV Commissione, senza una nuova ricomposizione da parte di Lombardozzi, non potrà più riunirsi. Una brutta pagina, a pochi mesi dal voto.

 

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