CAMPOBASSO. “Una discussione strumentale, avallata peraltro dall’assenso e dall’assenza del sindaco che nulla ha fatto né al momento della proposizione della mozione avvenuta senza alcuna valutazione d’opportunità, né successivamente in sede di dibattito non invitando al ritiro della mozione, né in fase di votazione legittimando di fatto l’indirizzo pilatesco della libertà di coscienza”.
Parole pesanti quelle pronunciate dal consigliere comunale Michele Ambrosio, che contribuiscono non solo ad infiammare ulteriormente la polemica sull’approvazione del testamento biologico a Palazzo San Giorgio ma anche ad aprire una vera e propria crisi all’interno della maggioranza di centrosinistra. Infatti quello di Ambrosio appare come un ultimatum: “Come capogruppo dell’Udc al comune di Campobasso, invito pertanto il primo cittadino a soprassedere da qualsiasi decisione in merito, evitando ulteriori strappi che sul tema già hanno lacerato il suo stesso partito e gli altri della coalizione”. L’esponente centrista ha tra l’altro parlato di “una seria riflessione sul proseguimento del percorso di alleanza elettorale da parte dell’Udc”.
Tensioni e fibrillazioni che Antonio Battista avrebbe volentieri evitato, proprio in una settimana calda e particolare come questa. Visto che giovedì prossimo potrebbe arrivare la sentenza del Tar sul ricorso elettorale presentato dai grillini. Una sentenza che potrebbe costringere i campobassani a tornare alle urne per un ballottaggio “postumo” tra Gravina e lo stesso sindaco, che non vive certo il suo momento migliore dall’elezione dello scorso maggio.
