HomeSenza categoriaUniversità e piscina, Saladino detta i tempi: “A fine anno riapriamo tutto”

Università e piscina, Saladino detta i tempi: “A fine anno riapriamo tutto”

di Pasquale Bartolomeo

ISERNIA. L’Università tornerà nel centro storico. La piscina comunale riaprirà a fine anno. L’auditorium avrà le risorse per l’impianto scenico. E i piccoli alunni della materna della San Giovanni Bosco torneranno nella sede di San Lazzaro di proprietà della tipografia Cicchetti. Parola di Vittorio Saladino, commissario prefettizio al Comune di Isernia, che assume subito impegni concreti verso la cittadinanza: consapevole che la sua non sarà una missione facile, ma tutt’altro che impossibile. Il prefetto di origini calabresi spiega che non si tratta di un libro dei sogni: ma di un programma necessario a restituire dignità alla città. Quella dignità, diciamo noi, che la politica dei sorrisi e delle pacche sulle spalle è stata capace di far perdere, giorno dopo giorno, a totale detrimento di Isernia e degli isernini.

UNIVERSITÀ. Comincia dall’università la disamina delle situazioni da prendere in pugno, da parte di Saladino. A dispetto di chi aveva dipinto il commissariamento come la fine di tutto quanto avviato, il funzionario di governo, in questa seconda parte di intervista (leggi qui la prima puntata), dimostra di che pasta sia fatto e spiega come “il Comune sia pronto a fare fino in fono la propria parte per far riaprire i battenti alla sede universitaria di via Mazzini. Da parte della Regione, dell’Università del Molise e de ‘La Sapienza’ c’è tutta la volontà – spiega con convinzione – So che è stato fatto un deliberato da parte delle due università, e difatti sto ancora aspettando la copia, volto a creare qui a Isernia un importante corso interdisciplinare (il polo infermieristico, ndr). Come sapete, in merito ho incontrato il vescovo: certamente la Curia vuole avere notizie concrete e precise perché non può tenere un immobile così a lungo inutilizzato e ha anche ricevuto altre offerte. Per questa ragione, ho sollecitato la Regione e l’Università, anche attraverso gli ex amministratori, per avere un documento da offrire e arrivare così a una convenzione con la Curia”.

Ma i fondi per partecipare agli oneri del canone di fitto? “La precedente amministrazione aveva già stanziato 39mila euro – ammette il commissario – e io ritengo che istituire questo corso interdisciplinare sia un’iniziativa utilissima per Isernia. Le risorse per il fitto le dobbiamo trovare necessariamente, specialmente per il primo anno. Poi, in sede di assestamento al bilancio, possiamo pensare anche agli anni futuri, affinché Isernia possa avere un polo del genere per almeno sette anni, non certo per uno solo. I fondi necessariamente devono essere reperiti per affrontare quest’anno”.

A chi gli manifesta dubbi circa la liceità dell’operazione – perché il Comune non può pagare il fitto per conto terzi, alleggerendo così gli oneri dell’Unimol verso la Curia – il prefetto risponde senza esitazione: “Faremo una convenzione. Non è che il Comune partecipa solo all’affitto, è troppo riduttivo. Il Comune, insieme alla Regione, all’Unimol e alla Sapienza farà un accordo per la creazione di un polo universitario, e ognuno avrà i suoi oneri. Noi dobbiamo mettere una certa cifra: sarà per l’affitto, sarà per le aule, per le attività didattiche o per altre cose, ma è interesse del Comune avere questa iniziativa culturale, che produce importanti ricadute economiche e occupazionali e che dà lavoro anche all’esterno, grazie all’afflusso di persone che si creerà in città, con un ritorno utile per la collettività. Per fare tutto ciò, devo tuttavia avere le carte, perché non si può tenere la Curia in sospeso. Le aspetto nell’arco di dieci giorni. Comunque, prima di Natale, dalle notizie che ho avuto dalla Regione si dovrebbe concretizzare tutto. Devo tornare alla Curia con documenti concreti per coinvolgere anche il vescovo nella firma di questo accordo. In definitiva, la situazione è questa: le università hanno deliberato, la Regione conferma il suo finanziamento (di 400mila euro l’anno per cinque anni, ndr), il Comune pure assicura il suo cofinanziamento e il vescovo, tenuto conto della finalità, siamo certi ci verrà incontro con un canone agevolato“.

PISCINA COMUNALE. Altra questione delicata che Saladino vuol affrontare di petto è la riapertura della piscina comunale. “Appena approviamo il bilancio si parte subito con la gara – queste le parole del commissario – Facciamo un bando per la concessione della piscina all’esterno. Nel progetto ci sono dei lavori da fare da parte del concessionario, calcolati in oltre 400mila euro, però nel disciplinare abbiamo previsto che, nel fare queste migliorie, dovrà essere garantita l’apertura dell’impianto. Cioè nel momento in cui si lavora, l’impianto deve funzionare. Partiamo immediatamente dopo l’approvazione del bilancio”.

Nessun dubbio sul fatto che la struttura sportiva possa tornare agli antichi splendori, dopo aver perso qualcosa come 1.150 utenti su 1.200 in appena due anni. “La piscina è un affare, quindi è molto appetibile, come anche in altre città. È ovvio che, in prospettiva, una concessione per tanti anni garantisce all’investitore privato la convenienza dell’operazione. Quella di Isernia è una piscina che deve guardare al futuro, ha bisogno di lavori di una certa consistenza, di manutenzione, di efficienza e di adeguamento. La daremo in gestione non meno di sette rinnovabili. Del resto se c’è chi è disposto ad accollarsi questi lavori dobbiamo pensare a un periodo di tempo congruo, in modo da consentire tranquillamente all’investitore di recuperare le spese sostenute con le migliorie, nel lungo periodo. L’impianto non è soltanto per i giovani e le scolaresche, ma soprattutto per gli anziani, perché è frequentato anche da chi ha delle malattie circolatorie o degli handicap, quindi per finalità terapeutiche. E’ una struttura, ripeto, ambita e appetibile. È ovvio che la clientela è diminuita, la piscina non è in ottime condizioni. Ci sono stati dei problemi legati alla gestione precedente a quella diretta, ma anche quella esterna non ha dato buoni risultati e non ha dato tanti utili al Comune. Però in altri luoghi, per esperienza diretta, quando c’è stata l’esternalizzazione fatta come si deve, il Comune ha incassato e ha avuto degli utili, oltre ad offrire un servizio alla popolazione, non soltanto agonistico ma anche terapeutico. Ho già predisposto la delibera ad hoc e il disciplinare era già pronto. Appena verrà assegnata al concessionario, dopo una trentina di giorni dalla pubblicazione del bando, la riapriamo subito, e contemporaneamente dovranno partire i lavori. Per fine anno ce la si può fare”. Poi una promessa: “La situazione dare/avere con il vecchio gestore è tutta da definire. Se il Comune vanta crediti li recupererà, altrimenti si passa alle vie legali. In ambito sportivo abbiamo crediti anche con altri privati. A d esempio, chi ha in gestione lo stadio ci sta dando la palestra per le scuole e anche lì abbiamo crediti e debiti da compensare”.

AUDITORIUM. Perfino su questo tribolato argomento idee fin troppo chiare.Bisogna essere franchi e dare elementi chiari – argomenta – L’auditorium è una megastruttura che assorbe ingenti risorse, pur essendo ancora incompleto. La manutenzione ci costa parecchio: per una sola serata si spendono 1.500 euro, per cui chi ce lo chiede non è quasi mai in grado di pagare questa cifra. Tra l’altro, c’è un apparato scenico da acquistare e ci costerebbe 80mila euro. So che 30mila sono stati già elargiti e sarebbe un peccato farli andare persi. Qualcosa dobbiamo mettere anche noi. Anche l’apparato scenico è un capitolo di spesa da prevedere, perché altrimenti il rischio è quello di chiudere completamente la struttura che, senza, non avrebbe ragione di esistere, non si potrebbe fare neppure una qualsivoglia stagione teatrale”.    

LAVORI PUBBLICI-IL PARCO STAZIONE. “Abbiamo lavori pubblici per quasi 50 milioni di euro sul territorio, bisogna seguirli – garantisce il commissario – Io devo cercare di spendere tutti i fondi che abbiamo nei termini assegnati, a pena di decadenza, è quella la mia preoccupazione. A cominciare dal parco della stazione per il quale, a giorni, dovrebbero essere ultimate le operazioni di bonifica con tanto di certificazione. Anche lì bisogna partire subito con le gare, perché nel dicembre del 2017, se non completiamo i lavori, perdiamo i finanziamenti europei e sarebbe una penalizzazione eccessiva. Di questo mi preoccupo, come anche delle scuole che sono messe male”.

SCUOLE SICURE: SI TORNA A SAN LAZZARO. Il tema è delicatissimo, ma da Saladino nessun tentennamento. La decisione sulla sede della scuola per l’infanzia della San Giovanni Bosco “è da prendere subito, un eventuale evento sismico non aspetta certo la mia decisione. Io mi preoccupo della sicurezza degli alunni. È vero che c’è anche un altro fattore importante che è il benessere degli studenti, ma tra esso e la sicurezza dei bambini preferisco, in queste condizioni obbligate, assolutamente la sicurezza. Deciderò, pertanto, in base alla documentazione tecnica e ai suggerimenti dell’ufficio preposto al servizio delle scuole. E lo farò a brevissimo. Per la messa in sicurezza della San Giovanni Bosco, purtroppo, non abbiamo tutti i finanziamenti necessari. Sono in corso dei lavori per quanto riguarda la palestra ma manca, tuttavia, la sicurezza dal punto di vista statico-sismico, come tutti sanno. Per mettere l’edificio a norma passerà un sacco di tempo. Gli eventi sismici non è che aspettano noi: io mi devo preoccupare di questo e, di fronte a un’altra struttura più sicura della San Giovanni Bosco, preferisco quest’ultima. L’ideale sarebbe avere una scuola che sia a norma e cha abbia tutti i requisiti di sicurezza e per il benessere dei bambini. Ma la scuola ideale non ce l’abbiamo. E quando ci si trova di fronte a una scelta obbligata, si deve scegliere all’insegna della sicurezza”. Saladino, insomma, sembra orientato a riportare i bambini nei locali di proprietà della Cicchetti Industrie Grafiche. “Perché la documentazione tecnica è orientata verso quella scelta – afferma – Ponderando tra le due ipotesi, la documentazione degli uffici tecnici e dell’Asl va verso quella soluzione. Qualche requisito manca anche a San Lazzaro, ma non incide sulla sicurezza“.

Il commissario conclude dicendo di essere ben consapevole di non avere la bacchetta magica. Ma “a bilancio approvato,con l’apporto di personale esterno, con maggiori controlli, con contratti che ancora sono pendenti e che vanno tutti firmati e regolarizzati, penso di riuscire a riportare in condizioni normali Isernia. Il lavoro qui non manca, a me e alla struttura. Voi giornalisti siete testimoni di un certo degrado. E per risollevare la città dal degrado ci vuole volontà, spirito di sacrificio e, soprattutto, risorse finanziarie“.

Saladino, insomma, la sfida la sta già affrontando a viso aperto. Certi politici, troppi, farebbero bene a farne tesoro.    

 

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