L’eurodeputata del Movimento 5 Stelle a Campobasso per un dibattito a tema. Molti gli spunti interessanti emersi. GUARDA I VIDEO
CAMPOBASSO. Avanti tutta sulla linea della gestione condivisa dell’immigrazione, “una gestione europea di un fenomeno europeo”. E un plauso alla linea del premier Conte, fermo nel bocciare l’idea di fondi extra da pagare all’Unione in cambio della mancata redistribuzione dei migranti – una sorta di multa da parte dei Paesi “non volenterosi” – che significherebbe però una mancata assunzione di responsabilità rispetto all’art. 80 del Trattato di funzionamento dell’Ue.
Laura Ferrara, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, vicepresidente della Commissione giuridica e componente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, lo dice a chiare lettere: “Ognuno deve fare la propria parte”.
Intervenuta ieri presso il Comune di Campobasso per un dibattito sulle politiche di accoglienza in Europa e in Italia, fortemente voluta dalla portavoce a palazzo San Giorgio Paola Felice, l’eurodeputata calabrese ha dapprima esposto le politiche del Movimento – ricontrattazione con l’Europa e gestione più virtuosa dell’accoglienza – con chiarezza e preparazione. Per poi non sottrarsi affatto anche alle domande più scomode, dal caso della nave Diciotti, valsa un avviso di garanzia per il vicepremier Salvini, alla Lega che sul tema migranti sembra voler rubare la scena ogni giorno all’alleato di governo a Cinque Stelle.
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Accanto a lei, i parlamentari molisani pentastellati Antonio Federico e Fabrizio Ortis, il consigliere regionale Fabio De Chirico e il consigliere comunale Roberto Gravina, ma presenti anche molti esponenti del movimento regionale e locale.
In particolare, il senatore Ortis ha snocciolato una serie di dati sul fenomeno dei reati commessi a danno degli stranieri ed extracomunitari, ma anche da parte di queste persone. Sottolineando così che i numeri non rivelano affatto un acuirsi di episodi di razzismo negli ultimi mesi. Ma soprattutto ha evidenziato la necessità di un’accoglienza basata sul modello Sprar, dove i migranti possano essere realmente integrati nel tessuot della società.
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