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“Anche tu Bruto, figlio mio”: la coltellata di Sabusco e de Bernardo a Battista

A confronto con la ‘pugnalata’ di oggi, la scelta di Salvatore Colagiovanni, uscito dalla Giunta comunale quando il sindaco aveva chiesto ai suoi di firmare il ‘giuramento di fedeltà’, fa giganteggiare l’ex assessore, rispetto ai due componenti dell’esecutivo. Che hanno abbandonato il primo cittadino in carica il giorno della presentazione delle liste


CAMPOBASSO. Assessori fino a ieri con il centrosinistra e oggi candidati con il centrodestra. Altro che ‘questione morale’, la scelta degli assessori Massimo Sabusco, candidato con la civica ‘E’ ora’, e Francesco de Bernardo, in corsa con i ‘Popolari per Campobasso’, fa venire in mente una delle frasi più celebri della storia: “Anche tu Bruto, figlio mio”. La pronunciò Giulio Cesare, all’indirizzo del figlio adottivo che lo stava accoltellando, nella più grande congiura dell’antichità.

Oggi è toccato al sindaco Antonio Battista subire la sorte di Cesare. Colpito ai fianchi da due degli attuali otto suoi assessori, che solo tre mesi fa, quando lui aveva azzerato la Giunta, avevano firmato il ‘giuramento di fedeltà’, a lui e al centrosinistra. Allora non si erano dimessi. “Vuol dire che lo hanno fatto per salvare qualche mese di indennità – le frasi pronunciate in conferenza stampa da Battista tre mesi fa suonano come una profezia – se qualcuno vuol fare il furbo poi ne risponderà agli elettori”.

A confronto, volendo rimanere ai tempi di Roma antica, Salvatore Colagiovanni appare come Catone l’Uticense. Nemico di Cesare, difensore della libertà fino alle più estreme conseguenze. E’ noto, Colagiovanni il giuramento di fedeltà a Battista è stato l’unico a non firmarlo. Che lo abbia fatto per coerenza o per lungimiranza, in politica c’è anche questo, poco importa.

Sta di fatto che la sua candidatura oggi col centrodestra, anche lui con i Popolari per Campobasso, non sconvolge più di tanto. Anche se all’epoca aveva detto che avrebbe sottoscritto il documento, se avesse avuto la certezza che era Battista il candidato del centrosinistra. Come poi è avvenuto. Ma lui, almeno, ci ha messo la faccia. E l’abbraccio con Antonio Battista, oggi come tre mesi fa, lo conferma.

Per i due assessori e per i tanti consiglieri di centrosinistra che hanno abbandonato la nave in difficoltà, il ‘salto della quaglia’ è stato invece completo: a 360 gradi. La politica lo consente, si chiama ripensamento. Parola soft, non c’è che dire.

C.S.

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