Consiglio comunale del 29/06/2021

ISERNIA. Tassa sui rifiuti più alta del 4,60 per cento a Isernia. Lo ha stabilito il Consiglio comunale di oggi pomeriggio, approvando il Piano economico finanziario (Pef) del servizio di gestione rifiuti 2021 con le relative tariffe Tari.

Una decisione che ha provocato non poche polemiche da parte dell’opposizione in aula. Da Rita Formichelli de ‘La Città Nuova’ a Mino Bottiglieri del Movimento 5 Stelle, a Stefano Testa della Lega e a Giovancarmine Mancini di Alleanza per il Futuro. Il provvedimento è passato con 15 voti favorevoli e 8 contrari.

Ma andiamo con ordine. L’assise si è aperta con alcune comunicazioni da parte del presidente del Consiglio Peppino Lombardozzi, tra cui l’abbandono del gruppo dei Popolari da parte di Vittoria Succi, passata al Gruppo Misto.

Il Pef, ricordiamo, è lo strumento che evidenzia i costi delle varie componenti del servizio di raccolta, smaltimento e igiene urbana sul territorio comunale, in base a uno specifico contratto di servizio. Da esso si ricava l’importo per la tariffa, che sarà corrisposta dai cittadini e dalle imprese.

Come spiegato dal consigliere delegato al Bilancio, Giampiero Mancini, il Comune è stato praticamente obbligato a ritoccare verso l’alto le tariffe della tassa sui rifiuti. Un automatismo dettato da un cambio di metodo imposto dalla legge, che i Comuni sono costretti a recepire. Si parte dal Pef grezzo del gestore, che dovrebbe derivare da un sistema di contabilità industriale di cui egli dovrebbe dotarsi per contabilizzare analiticamente i costi diretti comune per comune, ma non tutti i gestori sono attrezzati in tal senso. La nuova norma è entrata in vigore l’anno scorso, dunque chi ancora deve attrezzarsi ha intanto utilizzato un sistema di riparto che porta a un conto economico del gestore ‘grezzo’, “molto più alto dell’importo contrattuale che no corrispondiamo al gestore. Ma da questo Pef grezzo non si può prescindere – ha sottolineato Mancini – perché è stato asseverato ai sensi di legge da un professionista incaricato, che ha visto i libri contabili della società e ha detto che quel Piano è sostenibile dal punto di vista economico-finanziario. Pertanto dobbiamo partire da quella certificazione e sommare a quella i costi amministrativi del Comune. Da parte nostra abbiamo provato a inserire dei correttivi migliorativi per abbassare questo Pef”.

Anche il sindaco Giacomo d’Apollonio ha rimarcato questo aspetto: “Il Pef 2020 era pari a 2 milioni 245mila euro a fronte dei 2,1 milioni dell’esercizio precedente, e l’amministrazione aveva deciso di ripartire quella differenza nei tre anni successivi. Noi l’anno scorso abbiamo dato la possibilità ai cittadini di pagare la tariffa 2019 salvo conguaglio 2020, che abbiamo diviso in tre anni successivi come cosentito dalla legge. Ma grazie ai ristori Covid che abbiamo avuto, abbiamo cancellato questo saldo che i cittadini avrebbero dovuto pagare. Ora però ci sono aumenti automatici che scattano, non riusciamo a cassare nulla”.

“Inserendo i costi amministrativi di competenza del Comune – ancora Giampiero Mancini – siamo riusciti a far rimanere la tariffa nei limiti dell’incremento normativamente previsto, ovvero del 4,60 per cento. A Isernia la tariffa applicata finora è fuori mercato, se pensate che l’Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, dà come indicazione di riferirsi al costo standard di gestione del servizio, che è pari a 371 euro a tonnellata per conferimento dei rifiuti, mentre su Isernia è applicato un costo di 253 euro, fuori dunque da ogni logica di mercato. Introdotti anche dei correttivi in favore del Comune, l’importo complessivo è 2 milioni 347mila euro. C’è una differenza di tariffa con un incremento minimo – ha rimarcato il consigliere delegato al Bilancio – ma è nell’ordine delle cose, visto che è anche in corso di pubblicazione il nuovo bando per la gestione del servizio e la base di gara è già molto più alta del totale del Pef 2020-21, quindi ci dovremo abituare all’aumento delle tariffe”.

Spiegazioni che non hanno convinto la consigliera de ‘La Città Nuova’ Rita Formichelli. “L’aumento – ha detto in aula – non trova alcuna valida giustificazione dal punto di vista tecnico né pratico. Noi paghiamo meno per il conferimento perché a Isernia abbiamo la discarica. Isernia è gravata da essa e ciò comporta un prezzo inferiore di quello nazionale perché non abbiamo il trasporto, costo che viene ammortizzato. L’incremento delle tariffe è perché il bando di prossima pubblicazione avrà un importo a base d’sta superiore. Perché? Non c’è una giustificazione vera. Non so con quale coraggio si aumentano le tasse ai cittadini in un momento storico del genere. Abbiamo il dovere di alzare la voce e di dire no a questi scempi”.

Mancini ha ribattuto anche su questo, ma Formichelli aveva già abbandonato l’aula: “L’importo contrattuale resta 1 milione 950mila euro – così il consigliere delegato – cui vanno aggiunte, per esempio, le spese per il Covid che non erano contrattualizzate. Quanto all’importo a base d’asta per il nuovo bando, esso non è campato in aria: si passa da 1,7 milioni a 2 milioni e 640mila euro l’anno perché ci sono servizi migliorativi e si deve tenere conto della situazione di mercato attuale. La stima di 2 milioni 640 per la tipologia di servizio da affidare è stata fatta, tra l’altro, da una società esterna cui fu affidato l’incarico dall’ingegnere Cutone (oggi non più in servizio al Comune, ndr), e non è una cifra messa lì per caso”.

Lamentele anche dal consigliere del Movimento 5 Stelle Mino Bottiglieri, che ha evidenziato come “avevamo la possibilità di inserire il parametro della tariffa puntuale, che consente al cittadino virtuoso di avere uno sprone per produrre i rifiuti in maniera corretta e più redditizia per se stesso e per la città. E invece non è stato fatto”.

Più diretto Giovancarmine Mancini, di Alleanza per il Futuro: “Questa situazione non è un atto dovuto: la nostra è una città martoriata, che soffre, rimasta senza posti di lavoro. Siamo cornuti e mazziati. Con quale coscienza voterete questi aumenti? Alcuni colleghi di maggioranza più furbi di voi oggi non si sono presentati, per non prendersi la responsabilità di votare certe cose. Ma noi dell’opposizione siamo responsabili, veniamo in aula e diciamo no. Ci viene raccontata una favoletta. Aumenta la base d’asta e ci sarà un giorno in meno per la raccolta: roba da pazzi. La maggioranza abbia un sussulto d’orgoglio e non voti a favore”.

E invece no. Alla fine, l’aumento della Tari è passato con 15 voti a favore 8 contrari.

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