La manifestazione promossa dall’amministrazione comunale si terrà domani


ISERNIA. Isernia al fianco del popolo ucraino: si moltiplicano le adesioni alla marcia per la pace organizzata per domani 2 marzo dall’amministrazione comunale.

Un invito a partecipare alla fiaccolata arriva dal Csv Molise. Il Centro di servizio per il volontariato conosce bene le storie di tanti cittadini ucraini di stanza in Molise, che sono parte attiva della comunità e che, non a caso, si sono attivati immediatamente per inviare aiuti concreti ai connazionali in movimento per migrare verso altri Paesi e anche a coloro che sono rimasti, nascosti nei sotterranei dei palazzi, e che lottano per mantenere vive democrazia, libertà e indipendenza.

Concetti cari ai volontari, operativi costantemente e quotidianamente senza steccati e contro la violenza e che spingono il Csv a invitare le associazioni del Molise a partecipare alla marcia per la pace in programma domani, mercoledì 2 marzo, a Isernia, con partenza alle ore 18,30 da piazza della Repubblica. Ma il Centro di servizio sta supportando le iniziative nate spontaneamente su tutto il territorio regionale, come quella promossa da alcune donne ucraine che, sempre a Isernia, stanno raccogliendo alimenti in scatola, prodotti per l’igiene, farmaci, capi d’abbigliamento e altro. Il Csv invita le associazioni sia a partecipare con delle piccole donazioni di pacchi sia a comunicare all’indirizzo email: segreteria@csvmolise.it le attività solidali, specifiche, che hanno programmato. Queste informazioni saranno utili a stabilire un raccordo maggiore tra le organizzazioni e i singoli cittadini intenzionati a offrire vicinanza al popolo ucraino.

Alla manifestazione parteciperà anche l’associazione culturale ‘Promozione donna’. “L’8 marzo 1917 – ricorda l’associazione – le donne di Pietrogrado, allora Capitale dell’Impero russo, guidarono un’imponente manifestazione che rivendicava la fine della guerra. Le operaie tessili di Torshilovo e del deposito dei tram dell’isola Vassilievsky marciarono in corteo sulla Prospettiva Nesky, chiedendo “pane, pace e libertà”.

La debole reazione dei cosacchi inviati dallo Zar Nicola II a reprimere la protesta delle lavoratrici incoraggiò successive manifestazioni di dissenso che portarono al crollo dello zarismo.

A distanza di 105 anni dall’8 marzo 1917, quella Russia, nel cui territorio le donne rivendicavano “pane, pace e libertà”, ha dichiarato guerra e invaso l’Ucraina, causando distruzioni, morti e feriti, ha minacciato l’Occidente di ripercussioni inimmaginabili in caso d’interferenza e ha proclamato l’attivazione dello stato di deterrenza nucleare.

La risoluzione della controversia attraverso la negoziazione appare la migliore strada percorribile, oltre a quella delle sanzioni economiche, al fine di evitare l’inasprirsi del conflitto bellico e la possibile catastrofe nucleare”.

Ci saranno inoltre gli studenti del liceo ‘Majorana-Fascitelli’ a gridare forte il proprio no alla guerra, dando il proprio sostegno alle manifestazioni di dissenso che si stanno levando da ogni parte del mondo cercando di imporsi come mezzo di opposizione al conflitto. Per dimostrare che le parole hanno la capacità di scuotere più profondamente delle armi.