Lucio Pastore (foto Pino Manocchio)
Lucio Pastore (foto Pino Manocchio)

Duro il commento del primario del Pronto Soccorso in merito a quanto emerso dall’assemblea che si è tenuta nei giorni scorsi a Isernia: “Mi sembra evidente che si vuol sottacere su alcune questioni fondamentali e cercare di fare una vetrina mediatica preelettorale”


ISERNIA. “Ho atteso un po’ per vedere quale dibattito potesse scaturire dall’assemblea isernina sulla sanità. Mi sembra evidente che si vuol sottacere su alcune questioni fondamentali e cercare di fare una vetrina mediatica preelettorale”.

Duro il commento del primario del Pronto Soccorso del ‘Veneziale’ Lucio Pastore a quanto emerso nel corso della recente iniziativa che si è tenuta nel capoluogo pentro, organizzata dall’amministrazione comunale.

“Ho posto alcune questioni che sono state ignorate perché scomode – scrive in un lungo post – Si parla del debito sanitario della regione e della necessità di un intervento statale per azzerarlo. In pratica un decreto Calabria applicato al Molise.

Mi sembra giusto a patto di fare un’analisi dell’origine e del perdurare del debito. Questo perché, se si azzera il debito e non si mettono in risalto le cause che l’hanno determinato e lo fanno permanere, ci ritroveremo subito con un nuovo debito come è successo quando Prodi dette i soldi a Iorio per azzerarlo quasi e questo, poi, è cresciuto a dismisura”.

Pastore ha quindi evidenziato il fatto che le forze politiche non hanno fatto un mea culpa “ma hanno cercato di esaltare e giustificare il proprio operato”. “I 5 Stelle – scrive – attribuendosi il merito di aver denunciato alcune cose relative al debito o altre denunce fatte dimenticando di dire che hanno avuto un ministro della sanità ed un sottosegretario come Sileri in un momento in cui la sanità molisana viene decisa a Roma perché commissariata. Non hanno fatto niente. Anzi, Sileri affermava che pubblico e privato convenzionato fossero la stessa cosa. Ora è uscito dal movimento ed è un esponente del gruppo privato San Donato che viene sponsorizzato anche dall’ex 5 stelle Di Maio. Forse il movimento non ha un reale interesse alla difesa della sanità pubblica come traspare molto chiaramente da questo e da altre azioni anche locali”.

E non sono mancate le critiche neppure nei confronti del Partito Democratico. “Il Pd con Facciolla, uno dei massimi esponenti della giunta Frattura – sottolinea ancora Pastore – ha rivendicato di aver ridotto il finanziamento ai privati. Se si legge con attenzione il Pos di Frattura, e si inseriscono le voci di accantonamento che vanno tutte ai privati, la percentuale dei fondi dati ai privati sfiora il 40%. Non solo. Si è dimenticato di dire che il primo atto dopo l’accensione del mutuo di 250 milioni, è stato quello di dare 87 milioni ai privati per prestazioni ancora in contenzioso e che i tavoli ministeriali dicevano che non dovevano essere pagate.

Ha cacciato Carmine Ruta che aveva proposto un saggio piano di riequilibrio pubblico privato, ha tagliato sul pubblico senza toccare i privati, anzi aumentando le convenzioni e contribuendo in modo significativo allo sfascio attuale.

La Venittelli ha esaltato alcuni risultati giudiziari di sospensione temporale di alcuni atti come se il problema sanità fosse un problema legale e non di tipo politico”.

‘Bocciato’ anche l’intervento fatto durante l’assemblea dall’ex governatore Michele Iorio. “Ha rivendicato la legge regionale per il ripristino degli ospedali – ricorda il primario – che non ha alcun valore in quanto, in regime commissariale è Roma che decide. Ha messo solo in difficoltà Toma. Si è dimenticato di ricordare tutti i suoi sfaceli con i numerosi accreditamenti fatti, la rottamazione di un’intera generazione di medici e le sue scelte clientelari.

In pratica, nessuno di chi ha governato ha ammesso colpe e, quindi, ci troviamo in questo sfacelo per caso e non per colpa della politica”.

Infine il commento alla proposta del sindaco di Isernia Piero Castrataro sugli accordi di confine. “Al sindaco vorrei ricordare che con 660 milioni di euro, una quota pro capite maggiore rispetto alla media nazionale, si potrebbe avere una sanità ottima se questi soldi venissero spesi bene. Gli accordi di confine servono ma sono una cosa diversa e marginale.

In sostanza – conclude Pastore – non si è intravista alcuna volontà vera di cambiare strada ed allora, se non ci saranno pensieri ed aree politiche realmente nuove, che si acceleri sulla privatizzazione evitando un’agonia pericolosa per gli operatori e per gli utenti, senza attendere le elezioni del 2023. Si abbia almeno questo coraggio”.