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Ricordare chi si è sacrificato per la patria, a Ripabottoni e Campobasso le celebrazioni per Elio Di Mella

Nella ricorrenza del 40° anniversario della morte del carabiniere, caduto in servizio durante un servizio di scorta ad un pericoloso esponente della criminalità organizzata


CAMPOBASSO. Il Molise celebra il quarantesimo anniversario della morte del carabiniere Elio Di Mella, medaglia d’oro per le vittime del Terrorismo e medaglia d’oro al Merito Civile, caduto in servizio durante un servizio di scorta ad un pericoloso esponente della criminalità organizzata.

Due le celebrazioni organizzate dal Comando provinciale dei carabinieri di Campobasso, la prima a Ripabottoni con la deposizione di una corona d’alloro presso la Caserma dei carabinieri, alla presenza della vedova Di Mella e delle autorità civili e militari.

Il secondo momento al cimitero di Campobasso, con la seguente celebrazione di una Messa nella chiesa di San Giovanni Battista.

“Se il nostro Stato è riuscito a conservare e difendere nel tempo i valori della libertà e della democrazia posti a fondamento del nostro paese, lo si deve al sacrificio e al coraggio di persone come Elio Di Mella l’intervento del sindaco Gravina – Dobbiamo a lui, come a tutti i servitori dello stato vittime della criminalità organizzata e del terrorismo, le possibilità che ogni giorno abbiamo di essere, con le nostre azioni e le nostre parole, parte della vita civile della nostra società. La dedizione al suo compito, ha fatto del Carabiniere Elio Di Mella un esempio di fedeltà estrema. Elio Di Mella, in quel suo ultimo servizio compiuto il 7 ottobre del 1982, fece ciò che era abituato a fare ogni giorno come uomo e come appartenente all’arma dei Carabinieri, evitando di voltarsi dall’altra parte, e rendendosi, invece, pronto ad affrontare responsabilità grandissime per il bene degli altri, del suo Paese, di tutti noi”.

“Al sacrificio della vita del carabiniere Elio Di Mella, si è aggiunto da quarant’anni il dolore e la mancanza affrontata con dignità e onore dalla sua famiglia, da sua moglie e suo figlio. Anche a loro va, oltre alla nostra vicinanza, il nostro grazie per la loro testimonianza di vita improntata sempre, anche davanti a una simile prova, alla costruzione della verità e della pace.”

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