Lo ha deciso l’assise di Palazzo San Francesco con 17 voti favorevoli al termine di una lunga discussione in Aula. Tra i contrari anche l’esponente di maggioranza Ferri


ISERNIA. Contestazione della causa di incompatibilità alla carica per il consigliere comunale di Isernia Futura Claudio Falcione: l’avvio del procedimento slitta alla prossima seduta dell’assise di Palazzo San Francesco.

La richiesta di rinvio dell’ordine del giorno, proposta in apertura dei lavori della riunione di oggi dal consigliere del Pd Sergio Sardelli è passata – al termine di una lunga discussione – con 17 voti favorevoli, 10 contrari e un astenuto.

La presunta incompatibilità, come spiegato dal sindaco Piero Castrataro, è relativa  a una lite pendente a seguito di un incarico conferito nel 2016 per la riqualificazione del Parco Urbano della stazione. L’ingegnere Falcione era infatti componente della commissione giudicatrice. Il suo compenso è stato stabilito con due determine. Ma mentre la prima è stata liquidata, la seconda – seppur firmata – no. Per questo il professionista ha emesso, attraverso i suoi legali, un decreto ingiuntivo per la somma di 8mila euro e il Comune ha presentato opposizione.

“Credo che il Consiglio – ha detto Sardelli –  non abbia difficoltà a comportarsi come fece con il consigliere Gabriele Melogli. La causa che vede contrapposto il Comune al consigliere Falcione è stata trattenuta in decisione, quindi tecnicamente tra 24, 48 ore al massimo ci sarà la decisione. Al di là della questione di merito che non possiamo valutare, questa sentenza potrebbe essere dirimente. Per questo credo che oggi sia prematuro discuterne. Pertanto chiedo di votare il rinvio al prossimo consiglio in modo da discuterne alla luce dei fatti concreti che verranno fuori dalla sentenza. A quel punto saremo tutti più sereni nel giudicare e decidere in merito alla questione”.

Si è aperta la discussione, con gli esponenti di minoranza contrari al rinvio. Evidenziato, da parte del consigliere di Fratelli d’Italia Pietro Paolo Di Perna una disparità di trattamento – per quanto riguarda i tempi – rispetto a Melogli. “Dodici mesi – ha sottolineato infatti – per una questione nota, con un precedente specifico. Dobbiamo certificare uno stato di fatto e siamo tutti responsabili”.

“Chi di spada ferisce di spada perisce”: il commento dell’esponente di Forza Italia Raimondo Fabrizio. “Quando chiedemmo il rinvio per Melogli ci trovammo un muro davanti – ha ricordato –  L’incompatibilità va dichiarata nel corso della prima assise comunale. Che c’è ora come all’epoca. Perché viene fuori dopo un anno e mezzo?”.

Tra i contrari al rinvio, anche la consigliera di maggioranza Sara Ferri. “Perché – ha detto – in questa sede non dobbiamo valutare nel merito, in quanto non è nostro compito. È nostro dovere di consiglieri e amministratori prendere atto di una causa di incompatibilità che può essere rimossa o contro-argomentata soltanto dal consigliere oggetto della contestazione. Il rinvio è una formula ‘stramba’ che non ha motivo di esistere nel momento in cui dobbiamo solo fare una presa d’atto”.

Contestazioni alla scelta di rinviare sono arrivate anche dai consiglieri di opposizione Domenico Chiacchiari (Isernia Migliore ) e Vincenzo Di Luozzo (Popolari), il quale ha evidenziato che il problema è il metodo. “Perché – ha chiesto – si stanno usando due pesi e due misure”.

E ancora. “Portare la questione in Aula – ha fatto notare il consigliere di Forza Italia Cesare Pietrangelo –  è stata una scelta della maggioranza e deve assumersene la responsabilità. E invece che fate? Lo portate in Aula per rinviarlo? E questa è responsabilità?”

Chiamato in causa, il presidente del Consiglio Nicola Paolino ha ribadito che è stata una sua decisione portare l’argomento in Aula. “Ho rispettato – ha detto – quel che la legge prevede. Terminata l’istruttoria la questione andava portata al primo Consiglio utile”.

La consigliera di Forza Italia Linda Dall’Olio, alla luce di quanto affermato dalla consigliera Ferri, ha tra l’altro evidenziato “un corto circuito in maggioranza”. “Evidentemente – ha aggiunto – non siamo pazzi a immaginare che probabilmente il rinvio a questo punto non sarebbe opportuno, perché parliamo di una cosa portata in Aula dalla maggioranza”.

“Come è stato fatto per Melogli – ha ribattuto l’esponente di Isernia Futura Michele Antenucci – a tutela del consigliere Falcione, è stato chiesto il rinvio, in virtù di una causa che ci dà modo di credere che la sentenza arrivi nel giro di pochi giorni. Assurdo sindacare sul fatto che l’argomento non andava portato in Aula, in quanto terminata l’istruttoria era necessario farlo. E così abbiamo fatto, nella massima trasparenza, senza calcoli e sotterfugi. Anche noi, come Isernia Futura, chiediamo che venga rinviato il punto all’ordine del giorno”.

Chiesto poi il parere del segretario generale Vito Tenore. “La delibera – ha detto – è chiara. Prevede l’avvio del procedimento di contestazione con l’assegnazione di un termine di dieci giorni per presentare memorie o eliminare la causa di incompatibilità. L’istruttoria ha comportato la verifica di quanto detto in Consiglio. Non c’è sempre coincidenza tra i tempi amministrativi e quelli della giustizia. A febbraio abbiamo avuto contezza della situazione. E questo è solo l’avvio del procedimento”.

La discussione è proseguita, anche con l’invito da parte della minoranza di ritirare l’ordine del giorno. Infine la votazione, con il rinvio votato da 17 consiglieri, tra cui il consigliere del Gruppo Misto Marco Amendola, che si è detto favorevole “solo – ha detto – per sopperire al dilettantismo a cui ho assistito”.

Deb.Div.