HomeNotiziePOLITICA & ATTUALITA'Inchiesta sul Lotto Zero: il comitato si oppone alla richiesta di archiviazione

Inchiesta sul Lotto Zero: il comitato si oppone alla richiesta di archiviazione

Spiegate le ragioni nel corso di una conferenza stampa all’ex Lavatoio


ISERNIA. Una conferenza stampa per illustrare i contenuti dell’opposizione alla richiesta di  archiviazione, presso il Gip del tribunale di Campobasso, che si occupa dell’inchiesta aperta dai ricorsi presentati dall’associazione Antonino Caponnetto e dal Pcl Molise contro la realizzazione dell’ultimo tratto della superstrada Isernia-Castel di Sangro. L’incontro è stato voluto dal comitato No Lotto Zero, da anni in prima linea contro il progetto e ospitata nei locali dell’ex Lavatoio di Isernia.

“Abbiamo presentato opposizione alla richiesta di archiviazione perché l’abbiamo ritenuta del tutto immotivata – ha spiegato Tiziano Di Clemente – Soprattutto riteniamo che, non essendoci stata la valutazione dell’opzione zero, non essendoci il progetto definitivo approvato dal comune. Ed essendoci stati gravi danni ambientali con la devastazione del patrimonio arboreo della valle, crediamo si siano già consumate ipotesi di reato. Adesso vediamo il Gip che cosa deciderà”.

“Con la realizzazione di questa opera – ha tra l’altro ribadito Celeste Caranci – andremo a deturpare un’area territoriale a monte delle sorgenti del fiume Sordo, mettendo in pericolo la captazione stessa delle acque che alimentano l’acquedotto del Comune di Isernia. Questo è stato detto anche in una serie di relazioni geologiche. Le altre ragioni sono di impostazione culturale e politica perché pensiamo che il nostro territorio abbia bisogno di ben altro. Non di un’opera per cui si spenderebbero – secondo i loro calcoli – oltre 150 milioni, Ma si tratta di calcoli superati. Noi prevediamo che per la realizzazione eventuale di questa opera potrebbero essere necessari addirittura 300 milioni. Con una cifra di questo genere per il Molise, potremmo fare ben altro”.

“ Nel fascicolo – ha spiegato l’avvocato del comitato Alfonso Mainelli – manca un atto istrutturio previsto sia dalla normativa europea che da quella italiana. La cosa più grave è che ai pm è sfuggito che l’obbligo della valutazione della cosiddetta opzione Zero, vale a dire quale contesto si determina in caso di non realizzazione dell’opera è previsto dalla legge e anche da uno specifico contratto il Mit ha con Anas, perché Anas è società interamente partecipata dal pubbblico, ma secondo me usa strumenti di diritto privato. Quindi quando il ministero assegna un lavoro ad Anas, lo fa con uno specifico contratto. Ora, questo contratto è stipulato in conformità a un modello generale, predisposto dal Ministero delle Finanze e da quello dei Trasporti. Il contratto generale prevede che Anas debba redigere una Analisi Costi Benefici. L’Acb deve essere redatta tenendo in considerazione entrambi i contesti. Cioè ad opera realizzata e ad opera non realizzata. Quindi a mio avviso c’è una doppia violazione di legge e una doppia nullità. Il Ministero non poteva far passare questo contratto”.

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