La rete allo scadere di Rugani nel lunch match con il Frosinone permette alla Juventus di allungare sul Milan, fermato sul pari dall’Atalanta


di Matteo Mongiello

ROMA. La rete allo scadere di Rugani nel lunch match con il Frosinone permette alla Juventus di allungare sul Milan, fermato sul pari dall’Atalanta, e di tenere a distanza di sicurezza il Bologna, vittorioso nell’anticipo del venerdì sul Verona e sempre più vicino al sogno Champions; nelle retrovie sesto risultato utile di fila per l’Empoli di Nicola -ora più che mai lontano dalle ‘acque pericolose’ della zona retrocessione- e pareggio fondamentale per il Cagliari allo scadere sul Napoli grazie al quarto gol in A di Zito Luvumbo.

TOP

LA CARICA DEI 101. A rubare la scena nella straordinaria cavalcata dell’Inter – tanto da non fare quasi più notizia- è il solito Lautaro Martinez che, con la doppietta al Lecce, abbatte il muro delle cento reti in serie A e diventa il nono giocatore a riuscirci con una singola squadra, raggiungendo anche quota ventidue realizzazioni e insidiando così il record di trentasei appartenente a Ciro Immobile e Gonzalo Higuain.

L’ennesima dimostrazione di dominio a tinte nerazzurre andata in scena al Via del Mare porta la firma di chi ha avuto meno spazio a disposizione durante l’anno – turnover moderato e di qualità per Inzaghi- con Asllani bravissimo a ‘imbeccare’ il Toro con un filtrante sublime sulla rete che ha aperto le danze, Frattesi che ha ricordato ancora una volta a tutti di essere tra i migliori in circolazione per capacità di inserimento sfruttando al meglio un super assist di Sanchez e con la certezza De Vrij, finito sul tabellino dei marcatori almeno una volta per il settimo anno consecutivo, tutti segnali che mettono in luce la serenità intorno all’ambiente e la grande ambizione che aleggia nello spogliatoio di voler alzare ogni volta di più l’asticella, tanto da mantenere un’attuale media punti che porterebbe la squadra di Inzaghi a chiudere a centouno questa stagione surreale.

TODA ‘JOYA’. ‘Giocatori con qualità immense come le sue vivono per serate del genere’ ha dichiarato Daniele De Rossi subito dopo la vittoria della Roma sul Torino, dove a brillare è stata la stella di Paulo Dybala, più volte accesa solo ad intermittenza in questi ultimi anni, e finalmente tornata a splendere sotto la guida dell’allenatore campione del mondo nel 2006.

Il talento argentino non siglava una tripletta dal 7 aprile 2018, giorno in cui l’uragano Joya – ancora vestito in tinte bianconere- spazzò via il Benevento, contribuendo all’ennesimo scudetto consecutivo della Juventus; con il passaggio in giallorosso – oramai casa dalla quale non vuole allontanarsi- gli obiettivi si sono ridimensionati ma le sublimi abilità no e con la tripletta di lunedì -che gli ha permesso di raggiungere e superare la doppia cifra in campionato- Dybala si è caricato ancora una volta sulle spalle l’ambiente romano, con l’obiettivo di riconquistare quelle notti di Champions, vero palcoscenico per fenomeni del suo calibro.

FLOP

LA DURA LEGGE DEI CAMBI. Il recente passato ci ha dimostrato per l’ennesima volta che, quando un giocatore viene messo in campo solo per calciare un rigore, l’epilogo è sempre lo stesso – l’ultimo in ordine cronologico Jahanbakhsh nella lotteria in Europa League con la Roma-, con un errore che porta la propria squadra a perdere la partita.

Non potendoci essere rigori in una partita di campionato, Eusebio Di Francesco ha compiuto l’errore della sostituzione sistematica nell’ultimo minuto di recupero nella sfida alla Juventus quando, per difendere un ottimo pareggio allo Stadium, ha ‘gettato nella mischia’ Monterisi con lo scopo di aumentare i centimetri in area per sventare l’ultimo assalto da corner dei bianconeri ma – proprio il difensore pugliese- si perde la marcatura sul secondo palo di Rugani, che indisturbato colpisce e regala la vittoria ai suoi, diventando così il peggiore in campo in tempo record e mandando su tutte le furie il suo allenatore.

ANTISPORTIVITÀ ALLA LUCE DEL SOLE. Nonostante il calcio moderno sia circondato da telecamere in ogni angolo dello stadio e l’ausilio del Var permetta di rivedere dall’inquadratura migliore un episodio dubbio avvenuto in campo, il ‘vizio’ che caratterizza da sempre il mondo del calcio è quello di simulare, non interessandosi della figuraccia che si fa in diretta tv.

L’Atalanta, ospite a San Siro domenica sera, è riuscita a strappare un punto al Milan grazie all’ennesima rete dal dischetto di Teun Koopmeiners ma, a fare scandalo, è l’ennesimo rigore dubbio del campionato sul contatto tra Giroud e Holm con lo svedese che -rotolandosi a terra con le mani in faccia- costringe Orsato a rivedere l’azione al Var e a cambiare la sua iniziale decisione, concedendo il rigore ai bergamaschi.

A far discutere, però, non è il tocco dell’attaccante francese- che colpisce realmente l’esterno di Gasp- ma è la simulazione di quest’ultimo che, toccandosi in volto, trae in inganno Orsato e Irrati, non dando luce alla realtà del colpo dello scarpino del numero nove del Milan, arrivato non sul viso ma bensì sul costato di Holm, protagonista delle polemiche di Stefano Pioli nell’accesa conferenza stampa post partita.

(fonte immagine LaRoma.24)