Dal ‘terremoto Mancini’ al futuro degli Azzurri guidati dal tecnico toscano: cosa aspettarsi dalla nuova gestione


di Matteo Mongiello

ROMA. Il terremoto estivo scatenato dalle dimissioni dell’ormai ex CT Roberto Mancini ha portato sulla panchina azzurra l’attuale detentore dello scudetto – anche se solamente per qualche altro mese – Luciano Spalletti, prossimo allenatore a guidarci nella cornice di Euro2024 in terra tedesca, competizione alla quale arriviamo da campioni in carica, ma non come squadra da battere.

L’ottimo inizio del tecnico toscano – culminato proprio con la qualificazione alla kermesse e a una doppia vittoria nelle amichevoli della tournee statunitense – è caratterizzato specialmente dalla ricerca di una modifica sul piano tattico e di un conseguente passaggio dalla retroguardia a quattro – alla quale lo stesso Spalletti è legato – alla difesa a tre, specialmente per permettere ai nostri centrali di performare al meglio vista la moltitudine di rose nel nostro campionato che ha già da tempo adottato questa impostazione.

Nelle vittorie su Venezuela ed Ecuador non è mancato di certo lo spazio per le rotazioni ed esperimenti, con addirittura tutti e undici gli interpreti differenti tra la sfida di Fort Lauderdale e quella ad Harrison, dando così pari possibilità a tutti di giocarsi le proprie carte, finanche a Guglielmo Vicario, primo portiere con un nome differente a quello di Gianluigi Donnarumma a proteggere i pali azzurri dal lontano 16 novembre 2022, quando a ‘difenderci’ ci pensò Alex Meret con l’Albania.

In quelle che sono state le ultime convocazioni prima del rush finale che consegnerà a Spalletti la definitiva lista dei ventitré per Euro2024, a fare scalpore sono le principali assenze di Ciro Immobile – da anni punto fermo della nazionale e punta centrale delle notti magiche londinesi ma che non sta attraversando un buon momento di forma, così come tutta la sua Lazio- e Matteo Politano – pupillo del tecnico da Certaldo e uno dei protagonisti della cavalcata trionfale del Napoli tinto tricolore- mentre tra le piacevoli sorprese e tra i nomi nuovi echeggia sicuramente quello di Michael Folorunsho – ottime prestazioni alla prima stagione in A con la maglia del Verona, dopo averla sfiorata la scorsa annata ai playoff con quella del Bari- e di Raoul Bellanova- ‘treno’ granata con all’attivo ben cinque assist e un gol da ‘quinto’ nello scacchiere di Juric e che potrebbe essere tra quelli che trarrebbe maggior vantaggio da questa modifica all’assetto azzurro-.

Tra le certezze trasmesse dallo scorso ciclo ‘Manciniano’ a questo ‘Spallettiano’ – oltre al sopraccitato Donnarumma- troviamo il centrocampo, punto di forza numero uno di questa rosa, che può contare sull’esperienza a livello internazionale di Jorginho, sul duo nerazzurro Frattesi e Barella – addirittura capitano e a segno con l’Ecuador- e su un ritrovato Lorenzo Pellegrini- anche lui capace di timbrare il cartellino in questo viaggio dall’altra parte del Mondo e completamente rivitalizzato dalla cura De Rossi nella Capitale-.

Discorsi diametralmente opposti per quanto riguarda invece la difesa e l’attacco dove, se mentre per la prima viviamo una piacevole abbondanza di scelte e tutte di alto livello, non si può dire lo stesso per la seconda, condizionata specialmente dalla grave assenza per infortunio di Domenico Berardi e da una stagione poco prolifica per tutti i nostri bomber, più volte arrancanti nel superare le retroguardie avversarie per gonfiare la rete.

La super annata dell’Inter- che ha toccato il punto più alto con la finale di Istanbul ed ha continuato il cammino con un dominio nell’attuale stagione di Serie A-  garantisce sicuramente un posto nei ventitré a Bastoni, Dimarco, Acerbi- caso Juan Jesus permettendo- e Darmian, oltre che al napoletano Di Lorenzo.

A ‘combattere’ per le restanti maglie sarà lotta serrata tra Buongiorno,Scalvini,Mancini,Gatti e Romagnoli, con gli ultimi due più indietro vista già la loro mancata convocazione in questa lista, mentre discorso differente per Udogie e Cambiaso, più facilmente convocabili viste le poche alternative sulle fasce.

Chi sembra sicuro, o quasi, di essersi conquistato una maglia lì davanti sono Federico Chiesa- unica vera alternativa su entrambe le fasce- e Jack Raspadori – jolly tuttofare e anche lui già in precedenza ‘soldato’ fidato di Spalletti- mentre, a seguirli a ruota, troviamo Mateo Retegui, il più papabile per preparare le valige direzione Germania dopo la doppietta al Venezuela, e Gianluca Scamacca -non sempre brillante in questa stagione sia fisicamente che mentalmente con l’Atalanta come ha fatto più volte notare Gasperini-, che dovrà combattere con la concorrenza del nuovo arrivato Lucca, di Kean e di Ciro Immobile -speranzoso di rinascere nelle ultime dieci giornate con l’arrivo di Tudor a Formello-  ma tutti e tre al momento indietro rispetto all’ex Sassuolo poiché ritenuto da Spalletti più adatto per le caratteristiche da lui ricercate.Questi ultimi due mesi serviranno ai giocatori ,ma soprattutto a Spalletti, per delineare e diramare la lista tanto attesa dei ragazzi che andranno a difendere con gli artigli il titolo di campioni d’Europa, ma ormai in tutti i Bar d’Italia è già partito il toto convocati, che culmina sempre e comunque con la più nota frase: ‘Non vorrei essere mai nei panni di Luciano Spalletti’.

Foto in evidenza: FLORENCE, ITALY – SEPTEMBER 04: Head coach of Italy Luciano Spalletti reacts during an Italy Training Session at Centro Tecnico Federale di Coverciano on September 04, 2023 in Florence, Italy. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)